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Neri Parenti, nato con la spada di Damocle del cinepanettone

 “Ci sono persone che nascono col bernoccolo della matematica, altre che sono dotatissime per lo sport… Io sono nato con una spada di Damocle sulla testa: i film di Natale». Neri Parenti, inizia così il suo libro che, manco a dirlo si chiama DUE PALLE… DI NATALE. GLI ANEDDOTI E I RETROSCENA DEI CINEPANETTONI CHE NON TROVERETE SU WIKIPEDIA (Gremese, pp.175 Euro 13,90). E non finisce qui. Il regista racconta all’ANSA il suo ultimo cinepanettone doc, IN VACANZA SU MARTE, dal 13 dicembre in Vod, che ripropone la coppia simbolo di questo genere: Christian De Sica e Massimo Boldi.
    Intanto il libro, pieno zeppo di curiosità, dove si scopre ad esempio che Aurelio De Laurentiis ti contrattualizza con 500 pagine in cui è previsto tutto, anche la cessione dei diritti sulla futura tv indipendente lunare e comunque, sempre nel contratto, vuole siano garantiti almeno tre ‘boati’ di consenso durante la proiezione.
    “Sì è vero, i suoi contratti sono molto complessi e pesanti anche da portare in casa per il numero di pagine – dice Neri -.
    Una volta ci fu uno scontro tra me e De Sica e ho scoperto che non avrei avuto nessun margine per andare via, era previsto tutto. Il mio avvocato mi disse: se ve ne andate vi leva pure casa”.
    Tra gli aneddoti quello dedicato a Lino Banfi durante la lavorazione de I POMPIERI (1985). “Non c’erano telefonini e social quindi l’unico modo per passare il tempo era prendersela con qualcuno e quel qualcuno era Lino Banfi – dice il regista-.Villaggio, Boldi, De Sica Ricky Tognazzi, Gigi e Andrea non facevano che tormentare il povero Lino. Dapprincipio cercarono di annichilire Banfi culturalmente malgrado nessuno di loro fosse un fine intellettuale, anzi. Prima di incontrare Lino facevano una ricerca molto accurata di parole difficili sul vocabolario, parole complesse e soprattutto incomprensibili, poi arrivavano sul set iniziando a usare quei paroloni in presenza di Lino per farlo sentire un ignorante. Il giorno dopo gli domandavano se anche lui era stato ‘segnato’ dai fratelli Karamazov fingendo di aver letto il magnifico mattone di Dostoevskij che loro chiamavano confidenzialmente Fëdor più di una volta. E Banfi era sul punto di impazzire”.
    Settanta anni, laureato in Scienze politiche, figlio del rettore magnifico dell’Università di Firenze e di madre inglese, spiega Parenti: “Da ragazzo volevo fare il giornalista, facevo recensioni di film. A Roma ho fatto anche apprendistato di giornalismo alla Rai per otto mesi. Mi mandarono a fare un servizio su ADDIO FRATELLO CRUDELE di Patroni Griffi e mi sono innamorato del cinema. In quel film c’erano Charlotte Rampling e Fabio Testi. Negli anni Settanta – continua – l’inglese non lo masticava nessuno in Italia, così quando la Rampling fece una scenata, ma nessuno capiva niente io tradussi quello che diceva e, anche grazie a questo mi si aprirono le porte del cinema”.
    Perché tanta ferocia verso i suoi film? “Ci sono stati grandissimi autori come Godard, Bresson, Fellini che hanno fatto una specie di vallo tra cinema di serie a e serie b. Non so se vi ricordate che una volta c’era la ‘seconda visione’, poi le cose son un po’ cambiate. Ma le critiche non mi infastidiscono più di tanto. Certo non potevo fare IL POSTO DELLE FRAGOLE, ma per fortuna su 50 film si e no ho avuto quattro flop.” E IN VACANZA SU MARTE? “Tutto è nato da uno scherzo con Gigi Proietti che mi disse: ‘Siete stati in India, in America, in Africa…e mo’ dove cavolo volete andare? Su Marte?’ E così è stato, l’abbiamo preso in parola”.
    E aggiunge il regista:”La storia vede un De Sica che per potersi sposare con una signora molto ricca (Mascino) va su Marte dove vige l’extraterritorialità, siamo nel 2030. Ma qui a un certo punto arriva suo figlio che potrebbe rovinare tutto. De Sica per liberarsene lo manda a fare un viaggio spaziale dove va a finire in un buco nero tanto da tornare così invecchiato da sembrare suo padre e non il figlio”. (ANSA).
   

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