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'Il diritto di opporsi' a ingiustizia e razzismo

ROMA – Non bisogna scomodare classici come ‘Il buio oltre la siepe’ o ‘La calda notte dell’Ispettore Tibbs’, ma ‘Il diritto di opporsi’ sicuramente ricalca quell’esplosiva miscela che unisce legal thriller, diritti civili e razzismo. Il film, diretto da Destin Daniel Cretton, disponibile on demand dal 14 maggio su Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, in più racconta una storia vera, quella dell’avvocato Bryan Stevenson, un uomo diventato famoso negli States per le sue battaglie legali e il suo coraggio.

Stevenson (Michael B. Jordan), ora sessantenne, è un avvocato americano, attivista per la giustizia sociale e fondatore / direttore esecutivo della Equal Justice Initiative e professore clinico alla New York University School of Law. Un avvocato che fin da subito sceglie di impiegare la sua professione per lottare contro le ingiustizie e così, dopo la laurea ad Harvard, decide di rinunciare a una professione remunerativa per intraprendere, al contrario, una strada più difficile e meno battuta. Si ritrova così nella difficile piazza dell’Alabama, dove lavora fianco a fianco con la collega Eva Ansley (Brie Larson) per difendere ogni ingiustizia a sfondo razziale. Il primo caso che il giovane avvocato deve affrontare è un omicidio: una diciottenne è stata uccisa e l’unico sospettato, Walter McMillian (Jamie Foxx), è stato accusato e condannato a morte. Ci sono molte prove a suo favore, ma basta la testimonianza di un criminale, con tanto di movente per mentire, a incastrarlo. Walter rischia la morte e il motivo è probabilmente legato più al colore della sua pelle che a un reale coinvolgimento nell’omicidio. Questo è il caso perfetto per Bryan, che cercherà di scagionare l’uomo, mentre il sistema gli rema contro e il razzismo nel frattempo esce fuori in modo sempre più chiaro.

Il film, tratto dal pluripremiato romanzo bestseller autobiografico di Bryan Stevenson, ‘Just Mercy’, è stato girato quasi interamente nei pressi di Atlanta, in Georgia, con alcune scene anche a Montgomery, in Alabama. Frase cult del film quella che dice a un certo punto lo stesso Bryan Stevenson: “Quando prendi un nero e lo metti nel braccio della morte un anno prima del processo, quando ogni prova della sua innocenza viene occultata e chiunque cerchi di dire la verità viene minacciato, non è un processo… non è giustizia!”.

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