“O i nostri ostaggi torneranno o espanderemo l’operazione a Rafah“. Lo ha detto il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, secondo cui “non ci sarà un solo giorno di cessate il fuoco fino a che i nostri ostaggi non saranno tornati a casa. Anche con l’approssimarsi del mese di Ramadan la battaglia può continuare”. “Agiremo in dialogo con i nostri partner, Egitto incluso. Indirizzeremo la popolazione – ha concluso – verso le aree protette”.
Hamas ha intanto esaltato “l’operazione di guerriglia” in cui sono stati uccisi due israeliani e altri quattro feriti in un attacco a colpi di arma da fuoco allo svincolo di Masmyia, nel sud di Israele, definendola “una risposta naturale alla guerra di sterminio commessa dal criminale esercito di occupazione contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza”. “Continueremo – ha aggiunto – nella nostra lotta e resistenza fino alla liberazione della nostra terra, dei luoghi santi e la nascita di un completo stato palestinese con Gerusalemme capitale”.
La minaccia di Hezbollah, ‘possiamo colpire Israele fino a Eilat’
La resistenza islamica in Libano ha enormi capacità e può colpire Israele da Kiryat Shmona, in Alta Galilea, fino a Eilat, sul Mar Rosso. Lo ha detto oggi il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, parlando in un discorso televisivo.
Non usiamo i civili come scudi umani, ha detto Nasrallah, commentando il fatto che nel raid israeliano di giovedì mattina nel sud del Libano sono stati uccisi almeno sette civili. Israele ha più volte accusato Hezbollah di nascondere le armi e i suoi combattenti tra i civili. “Cerchiamo quanto possibile di non coinvolgere i civili nei combattimenti, è un principio che seguiamo da più di vent’anni”, ha detto Nasrallah.
La resa conduce alla sottomissione, all’umiliazione, alla schiavitù, al disprezzo per i nostri genitori, per i nostri figli, per il nostro onore. Non ci arrenderemo, ha aggiunto Nasrallah, secondo cui l’obiettivo di Israele è costituire uno Stato ebraico puro, cacciando tutti i palestinesi non solo da Gaza, ma anche dalla Cisgiordania e dai territori del 1948.
“All’escalation rispondiamo con l’escalation”, ha aggiunto Nasrallah, secondo cui ieri la salva di razzi Katiyscia e Falaq sparati sulla caserma israeliana di Kiryat Shmona, in Alta Galilea, è una prima risposta al massacro di civili di Nabatiye compiuto da Israele ieri mattina.
Nasrallah ha poi attaccato l’amministrazione americana, definendola “responsabile di ogni goccia di sangue versata nella regione”, e accusando Israele di esserne strumento di attuazione. “Se in questo momento gli Stati Uniti smettessero di armare e sostenere Israele, l’aggressione (israeliana) cesserebbe immediatamente, che a Netanyahu piaccia o no”, ha detto Nasrallah. “Chi insiste sull’obiettivo di eliminare Hamas è l’America più che Israele”, ha aggiunto il leader libanese.
Tajani: ‘Israele non superi la soglia di proporzionalità’
“Vogliamo che ci sia un cessate il fuoco” nella striscia di Gaza e “vogliamo l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi e che Israele non superi la soglia della proporzionalità, quindi anche come nell’attacco a Rafah, come chiede tutta la comunità internazionale, bisogna assolutamente impedire una carneficina della popolazione civile”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un evento di Forza Italia a Milano.
“Sull’altro lato Hamas è una organizzazione terroristica, non soltanto ha ucciso vittime civili in Israele, facendo una vera e propria caccia all’ebreo, come se non peggio della Gestapo e delle SS – ha aggiunto Tajani – ma deve anche decidere di non attaccare più Israele. Se Hamas continua a lanciare razzi contro Israele, usando la popolazione civile come scudo, impedisce qualsiasi accordo. Quindi Israele ha diritto a difendersi: l’obiettivo è quello di due popoli due Stati”.
“Israele deve vivere in sicurezza, ma bisogna dare al popolo palestinese una speranza proprio per impedire che Hamas diventi il dominus della situazione. Abbiamo grande fiducia e sosteniamo l’Autorità nazionale palestinese, ho ribadito questa fiducia ad Abu Mazen durante l’ultimo incontro che ho avuto con lui”, ha proseguito il ministro, sottolineando che “la situazione è complicata e ci auguriamo che possa calare la tensione anche in Libano, dove purtroppo c’è da parte di Hezbollah un incremento del numero di missili che vengono lanciati contro Israele”. Di tutto ciò “parlerò sia stasera sia domani in occasione del G7 che presiederò a Monaco. E incontrerò anche ministri esteri Arabia Saudita, Giordania, Qatar – ha concluso – per cercare di dare un contributo alla soluzione. L’obiettivo è cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”.
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