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Usa 2024, Trump bis in New Hampshire ma Haley cresce e non molla

 Ha vinto con un largo margine le primarie in New Hampshire, la seconda consultazione di fila dopo il trionfo in Iowa, ma quello che si prepara alle nuove battaglie elettorali è un Donald “furioso”.

Sicuro di avere la nomination del Grand old party in tasca, il tycoon è tuttavia irritato, e forse anche preoccupato, dalla sua rivale Nikki Haley che galvanizzata dal successo presso gli elettori moderati e dal risultato superiore alle previsioni non solo non intende ritirarsi dalla gara ma vuole approfittare del vantaggio di giocare in casa al prossimo voto, il 24 febbraio, nella sua South Carolina. 

 “Ha un cervello di gallina”, l’ha attaccata sul social media Truth a poche ore dalla vittoria con il 54,5% (12 delegati) contro il 43,3 (9 delegati).

“Si è vestita da gran sera e ha parlato come se avesse vinto ma ha perso!”, ha incalzato Trump che forse sperava di vincere con un margine più alto, quel 20% previsto dai sondaggi della vigilia. Secondo indiscrezioni, l’ex presidente dietro le quinte avrebbe espresso tutta la sua rabbia e frustrazione nei confronti dell’ex ambasciatrice all’Onu confidando di essere rimasto “sconcertato” dal suo rifiuto di lasciare e garantirgli di fatto la nomination. Per questo ha chiesto ai suoi, primi tra tutti i nuovi alleati Tim Scott e Vivek Ramaswamy, di attaccarla ancora più duramente. Uno dei timori del tycoon riguarda i dollari che dovrà sborsare per continuare la sfida contro l’ex governatrice invece di “investirli tutti nella battaglia contro Biden”.

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D’altra parte gli analisti sono unanimi nel sottolineare che Haley si è guadagnata il diritto a proseguire la corsa. “Il ‘Granite State’ è il primo stato della nazione a tenere le primarie non l’ultimo. Questa corsa è lungi dall’essere finita, ci sono ancora decine di stati e il prossimo è la mia amata South Carolina”, ha promesso rientrando nel suo Stato subito dopo il voto in New Hampshire per iniziare subito la campagna.

Anche nel ‘Palmetto State’ Trump è dato in vantaggio di 30 punti, tuttavia le ultime primarie hanno rivelato alcune debolezze dell’ex presidente in vista di novembre. Come sottolinea il Wall Street Journal, il tycoon rischia di perdere abbastanza repubblicani moderati – nonché una quota sostanziale di elettori indipendenti – da avere un problema come candidato alle elezioni generali. contro Biden. Ad esempio, secondo AP VoteCast, il 21% dei repubblicani che hanno votato in New Hampshire hanno affermato che sono così insoddisfatti di Trump come candidato che non voterebbero per lui a novembre (in Iowa erano il 15%).

Quanto a Biden, la soddisfazione per aver vinto in uno Stato dove non era neanche candidato – il suo rivale più credibile Dean Phillips ha comunque incassato un risultato molto superiore alle previsioni – è durata poco. Sempre più preoccupato dai sondaggi, il presidente ha deciso di inviare due suoi fedelissimi consiglieri alla Casa Bianca a guidare la campagna, come suggerito da Barack Obama. Si tratta della vice capo dello staff Jen O’Malley Dillon, già manager della campagna 2020 e Mike Donilon, consigliere politico di Biden dagli anni 80.

L’iniziativa rivela il timore crescente del presidente ed il suo staff che la campagna non decolli, mentre quella di Trump è sempre più al centro dell’attenzione e del dibattito.
L’inquilino della Casa Bianca è stato anche attaccato da una parte dei suoi sostenitori per essere sparito dai radar in questi giorni di primarie, mentre a suo vantaggio dovrebbe arrivare l’endorsement della United Automobile Workers Union (Uaw), il più grande e potente sindacato del settore automobilistico che, sotto la guida di Shawn Fain, ha piegato dopo un lungo sciopero i colossi del settore strappando un nuovo contratto con migliori condizioni. Il leader sindacale è un feroce critico di Trump e l’endorsement della sua organizzazione al presidente sarebbe un colpo importante soprattutto in Michigan, uno degli stati in bilico del Midwest e quello dove si concentra l’industria automobilistica americana. 

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