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Usa 2024: Trump cerca il knockout in New Hampshire, Haley non molla

Se Nikky Haley non sconfigge Donald Trump alle primarie del Grand Old Party in New Hampshire, la corsa per la nomination repubblicana potrebbe essere già finita. Dopo la vittoria a valanga ai caucus in Iowa e l’endorsement di quasi tutti gli altri candidati del partito, il successo del tycoon nel Granite State, come previsto dai sondaggi che lo danno venti punti avanti alla sua avversaria, gli consegnerebbe infatti le chiavi per la convention di luglio a Milwaukee.

“Questa corsa non è uno sprint ma una maratona, continuerò a prescindere dal risultato delle primarie in New Hampshire”, ha dichiarato l’ex governatrice definendo “un buon inizio” aver incassato tutti i sei voti a Dixville Notch, la cittadina al confine con il Canada prima a votare nello Stato. “Siamo partiti in 14 e rimasti in due, non sono qui per fortuna ma perché ho sconfitto gli altri candidati”, ha proseguito l’ex ambasciatrice all’Onu, sostenendo che “non è il partito repubblicano ma l’elite politica che sostiene Donald Trump” e che “il 70% degli americani non vogliono una riedizione del duello Biden-Trump”.

Haley continua a puntare sugli indipendenti, il 40% degli elettori nello Stato, ma il rischio è che molti, convinti che l’esito del voto sia già scritto, non vadano alle urne. Da quando Ron DeSantis ha lasciato la corsa, la sua campagna ha raccolto 1,5 milioni di dollari, una cifra significativa se si considera che sono passati solo tre giorni.

Dopo l’endorsement al tycoon, il governatore della Florida è rimasto in disparte non salendo sul palco al suo fianco come invece hanno fatto Vivek Ramaswamy, il senatore Tim Scott e il governatore del North Dakota Doug Burnum, e assicurando che il suo Stato non contribuirà a pagare i conti legali di Trump. DeSantis ha bocciato l’iniziativa presentata da una repubblicana del Sunshine per chiedere che cinque milioni del budget della Florida fossero usati per aiutare l’ex presidente a far fronte ai suoi crescenti costi legali.

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Il tycoon ha tenuto il suo ultimo comizio in New Hampshire parlando come se avesse già vinto la nomination repubblicana e invitando gli elettori a “mandare un segnale in vista di novembre”. “Se volete salvare l’America, votatemi. Torneremo alla Casa Bianca e faremo le cose come vanno fatte. Sconfiggeremo Biden il corrotto e renderemo l’America di nuovo grande”, ha incalzato l’ex presidente sostenendo che il partito “è sempre più unito attorno a me”.

Trump ha poi affrontato il delicato tema della rivolta a Capitol Hill promettendo ai suoi sostenitori che “libererà” gli assalitori del 6 gennaio. Quindi ha accusato Haley di essere “alleata con i comunisti e gli estremisti di sinistra”. Ostentando sicurezza fuori da un seggio in Londoderry, ha detto che non gli importa se Haley resterà in corsa rivendicando che nella prossima tappa in Nevada avrà “il 100% dei delegati” (perché Haley partecipa alle primarie e non ai caucus del partito, ndr) e che in South Carolina “è molto più avanti”.

Biden, intanto, è volato in Virginia assieme alla vice presidente Kamala Harris a promuovere le politiche pro-aborto. Apparentemente disinteressato a ciò che accade in New Hampshire – dove ufficialmente il partito democratico nazionale ha deciso di non tenere le primarie – il suo staff guarderà con attenzione ai risultati. Non solo per capire se la campagna silenziosa avviata nello Stato per convincere gli elettori a scrivere comunque il nome del presidente sulla scheda abbia dato i suoi frutti nonostante la presenza in lista dei due rivali interni, il deputato Dean Phillips e la scrittrice Marianne Wilson.

Ma anche per sapere se dare il via ufficiale alla campagna contro Trump per il 4 novembre, eventualità che la maggior parte del partito auspica rispetto ad una sfida contro la 52enne Haley. Nel frattempo il New York Post rilancia ancora una volta la possibilità che Michelle Obama possa essere al lavoro per correre last minute. Secondo un editoriale del tabloid, nei prossimi mesi, forse già in maggio, Biden annuncerà il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca e l’ex First Lady sarà nominata alla convention dei democratici in agosto a Chicago, peraltro la città degli Obama. Lo staff di Michelle avrebbe già chiesto ai finanziatori democratici come reagirebbero a una sua candidatura.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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