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Nuovo scontro all’Onu su Gaza, Israele isolata

Nuovo scontro all’Onu su Gaza, con Israele isolata soprattutto per il rifiuto del premier Benjamin Netanyahu della soluzione dei due Stati, sostenuta anche da Usa ed Europa.

“Una fine duratura del conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati. Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali”, è il duro monito del segretario generale Antonio Guterres al Consiglio di sicurezza sottolineando che la negazione del diritto alla statualità del popolo palestinese da parte di Tel Aviv rischia di esacerbare la polarizzazione e incoraggiare gli estremisti ovunque.

“Il ruolo della comunità internazionale è chiaro – continua Guterres – Dobbiamo unirci per sostenere israeliani e palestinesi affinché intraprendano azioni determinate per far avanzare un processo di pace significativo”. E rilanciando l’appello per un cessate il fuoco umanitario immediato, denuncia che “l’intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente”.

Anche gli Stati Uniti sostengono che “bisogna “seguire la strada verso uno Stato palestinese”. “L’obiettivo è un futuro dove Gaza non sarà più usata come base per il terrorismo, i palestinesi avranno un proprio Stato e Israele potrà vivere in sicurezza”, dice il sottosegretario di stato Usa per la sicurezza civile, la democrazia e i diritti umani Uzra Zeya, sottolineando che avere “due Stati con la sicurezza di Israele garantita è l’unica via”.

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“Abbiamo bisogno di uno Stato palestinese”, afferma da parte sua il nuovo ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che Parigi “è amica di Israele così come è amica del popolo palestinese”, e avvertendo che il “rischio di un’esplosione regionale è reale”.

Ma il sostegno Usa allo stato palestinese non gli risparmiano l’attacco del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. A suo parere gli Usa hanno impedito al Consiglio di Sicurezza di fare passi verso la fine delle violenze, poiché “salvare la vita dei palestinesi non è tra le loro priorità”. “Il Consiglio deve trovare una strada verso la creazione di uno Stato palestinese, non solo affermare che deve esistere – incalza Lavrov – e i palestinesi dovrebbero decidere da soli il proprio futuro… Penso che sia ciò che i nostri colleghi occidentali chiamano democrazia”.

Un duro attacco a Israele arriva dal ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki, secondo il quale “ci sono solo due strade: una che inizia con la libertà palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che la nega la e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella regione”.

Moniti a cui l’ambasciatore israeliano risponde ribadendo l’opposizione ad un cessate il fuoco: “Ecco cosa succederebbe: Hamas rimarrebbe al potere e Israele dovrebbe affrontare un altro Olocausto. Finché Hamas rimane al potere, davanti a noi c’è un futuro buio”.

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Guterres: nuovo appello per un cessate il fuoco umanitario

“Rinnovo il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato. Ciò garantirà che aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari, faciliterà il rilascio degli ostaggi e aiuterà a ridurre le tensioni in Medio Oriente”.  Lo ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza.

“Una fine duratura al conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati – ha aggiunto – Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali”.

Il segretario generale dell’Onu ha poi sottolineato che il rifiuto alla soluzione dei due Stati da parte del governo israeliano e la negazione del diritto alla statualità del popolo palestinese rischia di esacerbare la polarizzazione e incoraggiare gli estremisti ovunque. “Il ruolo della comunità internazionale è chiaro – ha aggiunto – Dobbiamo unirci per sostenere israeliani e palestinesi affinché intraprendano azioni determinate per far avanzare un processo di pace significativo”.

“L’intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente”, ha detto ancora Guterres sottolineando che “niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”, così come “l’uccisione deliberata, il ferimento, il rapimento di civili, l’uso della violenza sessuale contro di loro” da parte di Hamas in Israele. Inoltre si è detto “profondamente turbato dalle notizie sul trattamento disumano da parte di Israele dei palestinesi detenuti durante le operazioni militari”.

Riguardo agli aiuti, Guterres ha affermato che nonostante tutti gli sforzi, “nessuna operazione di aiuto umanitario può funzionare nelle condizioni imposte ai palestinesi di Gaza e a coloro che fanno tutto il possibile per aiutarli”. Quindi ha chiesto “un accesso umanitario rapido, sicuro, senza ostacoli, più ampio in tutta la Striscia”. “Per poter svolgere il nostro lavoro è necessario soddisfare una serie di requisiti operativi – ha continuato il segretario generale Onu – Abbiamo bisogno di sicurezza, dobbiamo essere attrezzati per svolgere il nostro lavoro e ciò include apparecchiature di telecomunicazione, veicoli blindati e dispositivi di protezione, una capacità logistica molto maggiore. Abbiamo bisogno di più punti di passaggio verso Gaza per ridurre la congestione ed evitarla strozzature”. E infine “abbiamo bisogno dei visti: decine di operatori umanitari aspettano da mesi di ricevere un visto dal governo israeliano”.   

Israele: ‘L’attacco del 7 ottobre 20 volte maggiore dell’11 settembre’

“L’attacco di Hamas del 7 ottobre proporzionalmente è stato 20 volte maggiore dell’11 settembre”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan al Consiglio di Sicurezza, tornando ad attaccare la richiesta di un cessate il fuoco. “Ecco cosa succederebbe, Hamas rimarrebbe al potere e Israele dovrebbe affrontare un altro Olocausto – ha aggiunto – finché Hamas rimane al potere un futuro buio è davanti a noi”. Poi ha attaccato l’Iran che fornisce le armi e la minaccia “del terrorismo iraniano che riguarda tutti noi”. Il fatto che il ministro degli Esteri di Teheran sia presente al Cds, ha aggiunto, vuol dire che il mondo è “sottosopra”.

Palestina: ‘Netanyahu vuole impedire pace e sicurezza’

‘C’e’ una linea che divide chi vuole la pace e chi vuole prevenire la pace. Ci sono solo due strade: una che inizia con la liberta’ palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che nega la liberta’ palestinese e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima strada, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella nostra regione’. Lo ha detto il ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki durante la riunione del Consiglio di Sicurezza.

Usa: ‘Seguire la strada verso uno stato palestinese’

Bisogna “seguire la strada verso uno Stato palestinese”, e “l’obiettivo è un futuro dove Gaza non sarà più usata come base per il terrorismo, i palestinesi avranno un proprio stato e Israele potrà vivere in sicurezza”. Lo ha detto il sottosegretario di stato Usa per la sicurezza civile, la democrazia e i diritti umani Uzra Zeya, sottolineando che avere “due stati con la sicurezza di Israele garantita è l’unica via per porre fine a queste violenze una volta per tutte”.

Lavrov: ‘Salvare la vita dei palestinesi non priorità Usa’

“Servono passi per evitare una ulteriore destabilizzazione in altre parti nel Medio Oriente”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al Consiglio di Sicurezza Onu, attaccando poi gli Usa per aver impedito al Cds di fare passi verso la fine delle violenze. “Salvare la vita dei palestinesi non e’ tra le loro priorita'”, ha continuato, parlando di una “vera tragedia umanitaria a Gaza, e senza una fine all’orizzonte”.

“Serve un immediato cessate il fuoco” a Gaza, ha detto Lavrov. “Il Consiglio deve trovare una strada verso la creazione di uno Stato palestinese, non solo affermare che deve esistere”, ha aggiunto, sottolineando che “non si puo’ seppellire l’idea di uno Stato palestinese”. “I palestinesi dovrebbero decidere da soli il proprio futuro… Penso che sia ciò che i nostri colleghi occidentali chiamano democrazia”, ha continuato.

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