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Unione Europea

L’Unione vicina ad un accordo con l’Egitto sulla migrazione

BRUXELLES – “Siamo vicini ad un accordo per una dichiarazione congiunta con l’Egitto. Certamente l’Egitto è un Paese con un situazione molto diversa da quella tunisina, è un Paese che accoglie 9 milioni di migranti, non è quindi un Paese di transito ma con sfide diverse su cui lavorare. Ciononostante il memorandum Ue-Tunisia può comunque fungere da esempio”. Lo ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, in audizione in commissione Giustizia dell’Eurocamera. “Entro il mese prossimo noi saremo in grado di avere il via libera per l’accordo e potremo procedere alla firma. L’accordo comprenderà alcuni settori chiave, dalla migrazione all’energia. Si tratterà di una partnership solida, che permetterà all’Egitto di stare al nostro fianco nelle sfide globali”, ha aggiunto il commissario Ue all’Allargamento Olivier Valrhelyi nella conferenza stampa organizzata al termine del Consiglio di Associazione Ue-Egitto, svoltosi a Bruxelles questa mattina. 

I risultati del Memorandum Ue-Tunisia “sono chiari, è aumentata la lotta delle autorità tunisine contro i trafficanti intorno a Sfax dove sono stati arrestati 750 trafficanti. A settembre le partenze erano state 16mila e in ottobre 1900, numeri bassi che si sono protratti per tutto novembre, dicembre e inizio di gennaio”, ha aggiunto la commissaria Johansson. “Dobbiamo collaborare con i Paesi d’origine e di transito e investire in vie legali e incrementare il numero di ritorni. Sarà necessario creare sistema di gestione della migrazione in Tunisia dove al momento le richieste d’asilo sono gestite dall’Unhcr”, ha aggiunto Johansson. La commissaria ha anche aggiunto “la scorsa settimana una delegazione Ue è stata in Tunisia per discutere nuovamente su tutti i 5 pilastri del memorandum tra cui vi è anche la migrazione. Da parte della Commissione europea siamo sempre impegnati per questo memorandum e lo è anche la controparte tunisina”. “Quello che è nuovo nel memorandum con la Tunisia è che la migrazione è considerata un fatto normale e non eccezionale e va affrontato assieme ad altre sfide nelle relazioni con i Paesi partner”, ha concluso Johansson.

“Se ci sono violazioni dei diritti fondamentali bloccheremo i fondi europei, i nostri progetti hanno tolleranza zero verso le violazioni i diritti fondamentali”. “I fondi Ue per la Tunisia collegati alla migrazione non vanno ‘agli amici degli amici’ vanno a organizzazioni internazionali come Iom. C’è controllo e valutazione su come vengono utilizzati i nostri fondi e sono pronta a esplorare se saranno necessari ulteriori meccanismi di monitoraggio per far si che che i nostri fondi non siano usati da chi viola diritti umani”, ha aggiunto Johansson.

Per quel che riguarda i fondi del Memorandum Ue-Tunisia legati al capitolo della transizione verde “finanzieremo un cavo elettrico che collegherà la Tunisia all’Italia, non esiste ancora ma la firma già c’è”, è intervenuta Johansson in audizione. “Per quel che riguarda l’economia e il commercio ci sono vari dibattiti su accordi commerciali per usare i mezzi del Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile su progetti di sicurezza alimentare e sostegno alle Pmi con aiuti di bilancio per 150 milioni per un programma di sostegno”, ha aggiunto Johansson. 

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In risposta all’intervento della commissaria Hussein Baoumi, consigliere per la politica estera di Amnesty International parlando in audizione dichiarato, “Il memorandum Ue-Tunisia ha fallito. Gli arrivi verso l’Italia sono aumentati nel 2023 ed è aumentato anche il numero dei dispersi in mare”. “Le autorità tunisine espellono molti migranti, spesso anche minori, verso Libia o l’Algeria, in alcuni casi le persone vengono anche lasciate sole nel deserto a morire. Le espulsioni avvengono senza tenere conto delle necessità di protezione delle persone”, ha spiegato Baoumi. “Da quando è salito al potere Said c’è stata una spirale di repressione e le sue forze di sicurezza impediscono il lavoro delle Ong. La Tunisia è molto indietro nell’assistenza ai migranti e la situazione non migliora nel tempo, ciò nonostante gli stati membri hanno deciso di firmare memorandum con la Tunisia senza consultazioni e trasparenze e senza tenere conto che sono de facto calpestati i diritti umani”, ha concluso.

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