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Autonomia, Calderoli: ‘Emendamenti di FdI avranno l’ok del governo’

L’Aula del Senato respinge le quattro questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni (Pd, M5s, Avs, Iv) al ddl sull’Autonomia differenziata con 71 voti favorevoli, 90 contrari e 3 astenuti. L’esame del provvedimento proseguirà domattina con l’avvio della discussione generale. 

I due emendamenti di Fratelli d’Italia proposti alla riforma dell’autonomia differenziata restano sul tavolo e il governo darà parere favorevole: a dirlo Calderoli al termine del vertice di maggioranza sul disegno di legge voluto dal ministro leghista. E ha aggiunto: “Siamo a un pezzo del percorso dell’autonomia differenziata, c’è anche il premierato all’esame della commissione Affari costituzionali, quindi mi sembra che il trenino delle riforme vada”.

Gli emendamenti di FdI sono gli unici proposti nel centrodestra, contro gli oltre 300 delle opposizioni. In particolare in quello a prima firma del senatore Andrea De Priamo si punta a ottenere che i fondi per coprire gli eventuali maggiori oneri legati all’attuazione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep) siano aumentati anche per le Regioni che non hanno chiesto l’autonomia differenziata. Idem per l’altra proposta del senatore Marco Lisei che però sarà riformulata per una questione tecnica. In questo caso il tema è quello delle pre-intese che il governo ha già fatto con le regioni sulle varie materie: dovrebbero essere salve purché non ci siano disparità tra i territori. Calderoli non si è espresso sui tempi del voto finale della riforma: “Non prevedo mai niente, quando si vota si vota”, ha detto il ministro. Dopo l’approvazione del Senato, il testo dovrà passare alla Camera per l’ok definitivo. 

I leader delle opposizioni si sono dati appuntamento a piazza della Rotonda in occasione della manifestazione contro il ddl sull’Autonomia differenziata all’esame in Senato. “E’ un progetto che spacca l’Italia, scellerato. Non ci possono essere ambiguità e bisogna unire tutte le forze politiche e sociali. L’Autonomia mina l’unità nazionale e nega il diritto alla scuola e alla salute. Il Pd è al vostro fianco e bisogna unire le forze dal Nord al Sud contro chi sfascia il Paese”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein al presidio contro l’autonomia al Pantheon, ribadendo la convinzione che la premier “Meloni stia facendo un baratto con il premierato, che noi non possiamo accettare”. 

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“Innanzitutto la battaglia è viva e stiamo contrastando il progetto al Senato. Se non fosse sufficiente è certo che dovremmo interpellare l’intero Paese e chiamare a responsabilità la coscienza di tutti i cittadini che sono dei veri patrioti per l’Italia”, ha spiegato il leader del M5s Giuseppe Conte al presidio rispondendo a chi gli chiede se la battaglia contro l’autonomia non sarà necessario portarla avanti con il referendum. 

Sindaci del sud contro l’autonomia: ‘Pronti al referendum’ – di Vincenzo Chiumarulo

Si sono radunati nelle piazze di una trentina di città, in molti casi davanti alle prefetture, per protestare contro il disegno di legge dell’Autonomia differenziata che darebbe il “colpo di grazia” a un mezzogiorno “già penalizzato” da politiche che “sottraggono ciò che gli spetta”. Nel giorno in cui il ddl è approdato in Senato, gran parte dei 160 sindaci che aderiscono alla rete Recovery Sud, per la maggioranza del Pd e del M5s, hanno manifestato annunciando di essere pronti a un “referendum abrogativo” della riforma messa a punto dal ministro leghista Roberto Calderoli. Gli organizzatori assicurano che i presìdi sono stati organizzati anche in città del Nord, in collaborazione con il tavolo No all’autonomia differenziata (No AD): a Torino, Milano, Bologna, Trieste, Padova, oltre che a Napoli, Potenza e Bari, sindacati, associazioni, partiti politici e comitati hanno espresso chiaramente la propria contrarietà a quella che ritengono sia una “istituzionalizzazione delle diseguaglianze territoriali”.

Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha partecipato alla manifestazione nel capoluogo pugliese, spiegando che “l’autonomia differenziata”, che rischia di impoverire la “parte del paese che è già povera”, è “anche colpa” del Pd, “della mia parte politica: se non avessimo dato attuazione alla riforma del titolo V della Costituzione per inseguire la Lega – ha precisato – oggi non staremmo parlando del decreto Calderoli”. Allora, ha esortato, “non sbagliamo un’altra volta, lo dobbiamo alle nuove generazioni dei Comuni del sud del nostro paese”. “L’autonomia differenziata senza finanziare i livelli essenziali delle prestazioni peggiora la situazione attuale”, ha aggiunto Decaro evidenziando che “perequazione significa dare di più a chi ha più bisogno”. La sindaca di Andria e presidente di Autonomie locali Puglia, Giovanna Bruno, ha detto che l’autonomia “punta a ridurre i diritti delle persone nella sanità, nella scuola e nel welfare”, mentre la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, ritiene sia “l’ultimo colpo che questo governo proverà ad assestare al sud per affossarlo definitivamente”. A Napoli, in piazza Plebiscito, c’erano gli ex sindaci Antonio Bassolino e Luigi de Magistris: quest’ultimo ha lamentato una scarsa partecipazione dei cittadini. In Basilicata, poi, è stato organizzato un flash mob e i manifestanti hanno consegnato un documento contro l’autonomia al prefetto di Potenza.

I sindaci del sud evidenziano che il testo dovrà essere “licenziato in tre giorni”, uno “strangolamento dei tempi di discussione del Senato” per la “devoluzione della potestà legislativa esclusiva su 23 materie che riguardano la nostra vita quotidiana”. A questi timori si aggiungono i calcoli sulla “revisione del Pnrr” che, secondo i sindaci, costerà alle regioni del sud “un taglio di 7,6 miliardi”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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