Il presidente statunitense Joe Biden riceverà stasera il leader ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, sullo sfondo dello stallo degli aiuti Usa all’Ucraina. “Ogni ritardo nel sostegno” a Kiev “fa il gioco di Putin, che invece deve perdere e va fermato”, incalza il presidente ucraino.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, commenta: dall’incontro non uscirà nulla che possa “cambiare la situazione sul campo di battaglia, le decine di miliardi di dollari pompati in Ucraina non hanno aiutato a raggiungere alcun successo”. E così, ha aggiunto, “altre decine di miliardi di dollari che Kiev vuole siano ancora pompati in Ucraina, sono destinati ad essere un fiasco”.
“Conosciamo perfettamente bene questo processo – ha insistito Peskov – Non può cambiare la situazione sul campo di battaglia e non può fermare nemmeno i progressi dell’operazione militare speciale”. Peskov ha quindi definito “inammissibili” le interferenze degli Usa in merito all’oppositore russo Alexei Navalny: “Stiamo parlando di un detenuto che è stato giudicato colpevole e sta scontando la sua pena”.
Il New York Times intanto riferisce che i leader militari americani e ucraini “sono alla ricerca di una nuova strategia che possano iniziare ad attuare all’inizio del prossimo anno per risollevare le sorti di Kiev e il sostegno in calo alla guerra del Paese contro la Russia”. La necessità di un nuovo approccio è emersa dopo che la controffensiva ucraina “non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di riconquistare i territori perduti… e dopo settimane di incontri, spesso tesi, tra alti funzionari americani e le loro controparti ucraine”, osserva il giornale. Dopo un tentativo fallito di conquistare Kiev in tre giorni, l’esercito russo ha iniziato a cambiare tattica e ora ha più truppe, munizioni e missili, sottolineano i funzionari americani, aggiungendo che i russi si sono anche rafforzati con i droni, molti dei quali sono forniti dall’Iran.
E un sondaggio dell’Istituto internazionale di sociologia di Kiev diffuso sul suo sito e condotto dal 29 novembre al 9 dicembre mostra che in caso di riduzione significativa di aiuti occidentali, un terzo degli ucraini (il 32%) ritiene che sia meglio accettare la cessazione delle ostilità con la Russia in condizioni di garanzie di sicurezza davvero serie da parte degli alleati. Questo anche se, così facendo, la liberazione dei territori occupati si trascinerà a tempo indeterminato.
Il 58% degli ucraini invece, ritiene che sia necessario continuare la guerra contro la Russia, anche se c’è il rischio di perdere nuovi territori. “La maggioranza degli intervistati – il 58% – è ora propensa a credere che, anche nel caso di una significativa riduzione degli aiuti occidentali, valga comunque la pena di continuare a combattere per fare pressione sugli occupanti, anche tenendo conto dei rischi per i territori che l’Ucraina ora controlla”.
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