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Unione Europea

Michel: “Nell’intesa con la Tunisia bisognava coinvolgere tutti i 27 governi, sia di lezione”

BRUXELLES – “È importante seguire le procedure e assicurarsi che gli Stati membri diano il loro mandato alla Commissione e poi gli Stati membri, durante questo processo, dicano sì o no, nonostante ciò che la Commissione ha negoziato: questa è una lezione chiara, il coinvolgimento degli Stati membri è fondamentale per il suo successo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, ospite della spagnola Tve, rispondendo a una domanda sul Memorandum firmato dalla Commissione Ue con Tunisi il 16 luglio 2023. “Abbiamo l’impressione di negoziare caso per caso con alcuni di questi Paesi e, probabilmente, abbiamo bisogno di principi globali” sul tema.

“È importante tenere a mente i nostri principi e valori fondamentali”, ha spiegato Michel facendo riferimento al tema del rispetto dei diritti umani dei migranti da parte dei Paesi terzi. “Qual è la nostra regola comune? Assicurarsi che non siano i trafficanti a decidere chi può viaggiare nell’Ue, ma che siamo noi, gli Stati membri, a decidere insieme ai Paesi terzi chi può venire nell’Ue”, ha spiegato il presidente del Consiglio Ue.

Quello sulla migrazione “è sempre un dibattito difficile e, guardando agli ultimi sviluppi, ci troviamo di nuovo di fronte alle difficoltà visti i numeri in aumento: per prima cosa dobbiamo dimostrare la nostra solidarietà, è una sfida europea, che richiede una risposta europea, e in secondo luogo, dobbiamo impegnarci con i Paesi terzi, i Paesi di origine e di transito”, ha aggiunto Michel. “A Granada avremo l’opportunità di discutere di questo problema, di come stanno andando le cose e di vedere cosa possiamo fare di più per garantire la solidarietà europea, da un lato, ma anche per assicurare che il nostro impegno con i Paesi terzi sia efficace e produca risultati“, ha aggiunto.

Interpellato sulla questione dell’allargamento dell’Ue, il presidente del Consiglio europeo ha definito “ingiusto non tenere conto del destino dei Balcani occidentali“.

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“Abbiamo parlato con loro molti anni fa per indirizzarli verso la prospettiva europea, ma c’è uno slancio perché ora tutti capiamo, dopo la guerra lanciata dalla Russia contro l’Ucraina, che è molto meglio che l’Ue si allarghi: forse questo dibattito era più difficile prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia in alcuni Stati membri, ma oggi c’è una comprensione e penso una volontà politica che è necessaria per l’allargamento”, ha aggiunto spegnendo le polemiche sull’eventualità che si dia priorità a Ucraina e Moldova e non ai paesi candidati dei Balcani occidentali.

“Ma allo stesso tempo dobbiamo porre le domande giuste e dare le risposte giuste in futuro: come decidiamo insieme a più membri nell’Ue? Quali sono le nostre priorità comuni? cosa vogliamo fare insieme nell’Ue? E come paghiamo, quali saranno i fondi in futuro? Sono domande estremamente difficili, ma è ora di affrontarle”, ha incalzato. I leader, i capi di Stato e di governo “hanno un ruolo importante per la legittimità ed è per questo che sono molto grato a Pedro Sánchez per aver reso possibile questo dibattito a Granada per iniziare con queste decisioni e per vedere come possiamo convergere politicamente per assicurarci di essere pronti in tempo”, ha poi affermato.

“Tra poche settimane, a dicembre, dovremo prendere decisioni importanti sull’Ucraina, sulla Moldavia, ma anche sui Balcani occidentali: si tratta di un processo basato sul merito, e ciò significa che, da un lato, questi Paesi devono fare i compiti a casa, e d’altra parte, anche noi dell’Ue dobbiamo prepararci a questo allargamento”, ha sottolineato ancora.

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