La ricostruzione di Notre-Dame de
Paris, la cattedrale parigina parzialmente devastata
dall’incendio del 15 aprile 2019, procede come previsto,
malgrado la morte del capo cantiere, generale Jean-Louis
Georgelin, deceduto questa estate in un incidente di montagna: è
quanto affermato dal successore di Georgelin, Philippe Jost,
intervistato oggi per la prima volta da radio FranceInfo. Il
nuovo responsabile del cantiere ha confermato che la riapertura
è prevista per dicembre 2024 ma che la guglia ricostruita (fino
a 100 m di altezza) sarà già visibile nel cielo di Parigi a
“fine 2023”.
“Spero che per i Giochi Olimpici di luglio 2024, riavremo
anche il tetto della cattedrale e la guglia sovrastante. Ognuno
potrà realizzare a quel punto che saremo veramente vicinissimi
alla riapertura qualche mese dopo”. Per Jost, la tragica
scomparsa di Georgelin (di cui era stato fino ad allora il
braccio destro) “avrebbe potuto” avere un impatto sul ritmo dei
lavori “ma in realtà siamo veramente determinati a proseguire la
sua opera. Lo dobbiamo a tante persone, ma anche a lui”.
All’interno, ha poi precisato, la cattedrale “è ancora coperta
dalle impalcature ma quando entri vieni colpito dal suo
splendore”. Le opere di pulizia e restauro interno “sono quasi
finite”, ha precisato.
A oltre quattro anni dal rogo che ha stravolto la Francia e
l’Europa, la cattedrale gotica sta dunque ritrovando
progressivamente la bellezza di un tempo, grazie all’esercito di
operai, artigiani, restauratori e restauratrici, anche italiane,
al lavoro senza sosta per ripulirla e bonificarla. Prima
dell’incendio, Notre-Dame accoglieva annualmente 12 milioni di
visitatori, 2.400 funzioni religiose e 150 concerti. Il cantiere
puo’ contare su uno slancio di solidarieta’ senza precedenti,
con doni da tutto il mondo per 844 milioni di euro.
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