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Gb: vittoria a metà per Harry nella causa contro il Sun

E’ una vittoria a metà quella
ottenuta oggi dal principe Harry, impegnato su più fronti nella
sua guerra nei tribunali del Regno Unito contro la stampa
popolare britannica, nella causa lanciata nei confronti del
gruppo editoriale del tabloid Sun di proprietà dello ‘squalo’
Rupert Murdoch per violazioni della privacy e raccolta illegale
di informazioni sul secondogenito di re Carlo III.

   
Il giudice Timothy Fancourt dell’Alta corte di Londra ha dato
esito positivo all’azione legale avviata dal duca di Sussex,
stabilendo quindi l’avvio di un processo nel tribunale della
capitale a partire dal gennaio prossimo, ma solo per una parte
dei capi d’accusa presentati contro il News Group Newspapers
(Ngn) dai legali di Harry. Uno in particolare è stato escluso:
quello riguardante l’accusa di intercettazioni telefoniche
illegali, tramite il cosiddetto ‘phone-hacking’. Mentre sono
stati ammessi gli altri presunti metodi illegali usati per la
raccolta di informazioni sul reale. Il giudice inoltre ha
stabilito che i documenti presentati da Harry all’inizio
dell’anno, dove motivava i ritardi nell’avvio della causa su
fatti risalenti anche a venti anni fa con l’esistenza di un
“accordo segreto” tra la famiglia reale e il gruppo editoriale,
non hanno raggiunto la “soglia necessaria di plausibilità”. Il
principe aveva puntato il dito contro il fratello William, con
cui è da tempo ai ferri corti, affermando che l’erede al trono
aveva ricevuto in gran segreto nel 2020 dal colosso di Murdoch
“una grande somma di denaro” sotto forma di risarcimento nel
quadro d’una transazione extragiudiziale destinata in teoria a
rimanere riservata per una vecchia vicenda d’intercettazioni
illegali. Ma il riferimento all’impegno vincolante che sarebbe
stato preso dalla Royal Family prima del 2012 non ha convinto il
giudice: ha sottolineato la necessità di avviare la causa
relativa alle accuse di ‘phone-hacking’ entro il 2018. Intanto
il gruppo editoriale esulta: un portavoce di Ngn ha definito la
sentenza di oggi una “vittoria significativa”. Ma dovrà comunque
andare a processo.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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