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Unione Europea

La Commissione europea deve “migliorare la rendicondazione del debito per il Next Generation EU”

BRUXELLES – La Corte dei conti europea invita la Commissione europea a una miglior misurazione e comunicazione sul modo in cui il debito per NextGeneration Eu (Ngeu) viene gestito e rendicontato, perché il programma sia conforme alle migliori pratiche internazionali. Lo afferma in un audit, in cui segnala che l’esecutivo europeo è comunque riuscito a istituire rapidamente un sistema di gestione del debito per l’Ngeu, che ha consentito di assumere rapidamente prestiti dai mercati dei capitali e fornire i fondi in tempo utile. “Il sistema di gestione del debito istituito dalla Commissione per Ngeu ha avuto un inizio incoraggiante“, afferma Jorg Kristijan Petrovic, il membro della Corte responsabile della relazione. “Sebbene si tratti di uno strumento temporaneo, gli interessi sui prestiti saranno pagati per oltre 30 anni e saranno i nostri figli e nipoti a doverli rimborsare, pertanto, è necessario che la Commissione adegui le proprie capacità, istituite rapidamente, e migliori la rendicontazione sulla performance della gestione del debito”.

Al giugno 2022, la Commissione ha effettuato 65 operazioni con l’emissione di prestiti per il Ngeu, per un importo di 195 miliardi di euro. Gli auditor dell’Ue hanno rilevato che, nel primo anno, i costi di finanziamento riflettevano la posizione della Commissione sul mercato. L’evoluzione dei rendimenti delle obbligazioni Ngeu è stata paragonabile a quelli delle obbligazioni sovrane degli Stati membri con rating del credito altrettanto elevati (come Francia e Austria).

La Commissione ha inoltre rispettato tutti i principali requisiti normativi riguardanti la gestione del portafoglio di strumenti di debito e dei rischi, offrendo al contempo un buon livello di prevedibilità dell’iniziativa di finanziamento Ngeu e garantendo una fiducia elevata nel debito dell’Ue da parte degli operatori di mercato. La Commissione non è però responsabile essenzialmente che della fornitura in tempo utile di fondi sufficienti, nota l’audit. Non è chiaro a chi spetti la responsabilità per il conseguimento degli altri obiettivi del programma in materia di gestione del debito.

L’esecutivo, afferma quindi la Corte dei conti europea, non ha definito chiaramente i propri obiettivi di gestione del debito nella strategia di finanziamento del NextGeneration. Di conseguenza, le sue misurazioni e la rendicontazione sulla performance si sono rivelate carenti: l’esecutivo non riferisce abbastanza circa il modo in cui riduce al minimo i costi di assunzione dei prestiti, o su quale percentuale degli introiti derivanti dalle obbligazioni verdi sia spesa conformemente al sistema di classificazione ambientale dell’Ue noto come ‘tassonomia’.

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L’invito dei controllori contabili è così quello di formulare chiari obiettivi di gestione del debito, di riferire in merito alla performance di quest’ultima e di documentare sistematicamente le decisioni di fissazione dei prezzi per le sindacazioni delle obbligazioni dell’Ue. Nonostante la Commissione abbia istituito, in tempi relativamente brevi (sei mesi) e in circostanze difficili, un’équipe centrale competente ed esperta per avviare le attività di assunzione di prestiti su larga scala, dipende ancora fortemente da personale temporaneo per gestire le proprie operazioni di debito, elemento che può mettere a rischio la continuità operativa e invita quindi il Berlaymont ad attuare una strategia adeguata per il personale, rafforzare il ruolo del direttore rischi e istituire un middle-office per monitorare i compromessi raggiunti nel quadro della gestione del debito e valutare la performance degli incaricati della gestione del debito del front-office.

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