BRUXELLES – “Al Mes siamo già pienamente operativi con il backstop non appena il trattato sarà ratificato”. Lo ha detto il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità Pierre Gramegna intervenendo a una conferenza sulla Stabilità finanziaria organizzata dalla Commissione europea. Il riferimento di Gramegna è alla rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico nel sistema di gestione delle crisi bancarie, la nuova funzione che avrà il Meccanismo una volta che ne sarà completata la riforma, per cui manca la ratifica da parte dell’Italia. “Dobbiamo disporre di un sistema di cui possiamo fidarci in termini di vigilanza bancaria, che garantisca che non vi siano grosse lacune nelle norme prudenziali”, ha detto Gramegna, affermando di puntare sul nuovo trattato del Mes come “la riforma che considero più importante o urgente”. “In Europa abbiamo riconosciuto che abbiamo bisogno di quanto più cuscinetto finanziario e quanto più denaro possibile per agire quando c’è una crisi bancaria”.
“Abbiamo 68 miliardi di euro stanziati su 500 miliardi di euro della potenza di fuoco del Mes per fungere da rete di sicurezza come sostegno per il Fondo di risoluzione unico”, ha spiegato Gramegna, rispondendo a come il backstop rafforzerebbe la resilienza dell’unione bancaria. “Il fondo di risoluzione unico alla fine di quest’anno avrà circa 77 miliardi. Quindi raddoppiamo quasi la potenza di fuoco in caso di problemi con le banche – ha segnalato -. Sembrano tanti soldi, ma se hai crisi di liquidità, questo non basta. Ma non era pensato per quello, facciamo chiarezza. E’ davvero importante farlo. L’altra cosa che è importante sottolineare è che il Fondo di risoluzione unico è finanziato dalle banche stesse e se il backstop dovesse essere utilizzato, si spera mai, il denaro sarebbe speso dal Mes ma sarebbe rimborsato dalle banche”, ha concluso.
