BRUXELLES – La Commissione europea “sta lavorando con l’Italia” sulla questione migratoria “per una migliore integrazione dei migranti nel settore del lavoro e nei sistemi di educazione e istruzione in generale”. Lo spiega all’ANSA Mario Nava, Direttore generale della Direzione generale Reform della Commissione europea, riferendo che “l’Italia ha chiesto il supporto” del programma Ue per l’assistenza tecnica alle riforme sia per la sfida sugli “aumentati flussi di migranti”, sia per la transizione energetica.
In una lettera inviata ai 27 leader Ue per una aggiornamento sul dossier migranti in vista del Consiglio europeo, intanto, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto “una misura di sostegno da 200 milioni per l’accoglienza“, per affrontare “questioni chiave come l’accoglienza di minori non accompagnati”, e aumentare “le capacità in prossimità delle frontiere esterne soddisfacendo le esigenze di specifici Stati membri”. Nel capitolo dedicato ai ricollocamenti e movimenti secondari, la Commissione metterà in campo “un’importante accelerazione dell’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà”. Dal 24 febbraio, si legge in uno degli allegati della lettera, sono stati 524 i ricollocamenti effettuati, dei quali 397 dall’Italia 111 da Cipro, 34 dalla Spagna e 16 da Malta. I trasferimenti hanno avuto luogo in Germania, Francia, Croazia, Romania e Lussemburgo.
Nel campo dei flussi di migranti Unione europea, Unione araba e Onu hanno lanciato un nuovo appello alle autorità libiche affinchè pongano fine alle detenzioni arbitrarie di migranti e rifugiati e rispondano ai loro bisogni. La richiesta è contenuta in una nota diffusa dopo la riunione della task force tripartita svoltasi a Bruxelles. In questa sede Ue, Ua e Onu hanno ribadito il loro sostegno alla Libia per fornire assistenza sul terreno e per rafforzare la lotta contro i trafficanti di esseri umani. La task force ha inoltre concordato sulla necessità di informare i migranti sui rischi che corrono nel seguire le rotte illegali che li portano verso l’Europa e di trovare soluzioni di ampio respiro al fenomeno.
