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Unione Europea

Parigi, cambiare il trattato di Dublino ma l’Italia faccia di più

BRUXELLES – “La Francia crede che si debba rivedere il funzionamento delle regole di Dublino, lo dobbiamo semplificare enormemente. Le regole infatti sono molto complesse. In occasione della crisi Ocean Vicking mi sono confrontato con il mio collega italiano perché l’Italia riprendeva 1 persona su 10 ed è chiaro che su questo punto si deve migliorare, ad esempio attraverso gli accordi bilaterali tra Paesi, che funzionano, e penso ad esempio a quello tra Francia e Germania. Mi vedrò la prossima settimana con il mio omologo italiano per continuare questa discussione”. Lo ha detto Gérald Darmanin, ministro dell’Interno francese, a Bruxelles.

“Per prima cosa voglio esprimere le mie condoglianze per la tragedia di Cutro: questo mostra che dobbiamo rafforzare il nostro lavoro per combattere i trafficanti di essere umani. Oggi continueremo questa discussione, che è molto importante, così come evidenziato dai leader nel corso dell’ultimo consiglio europeo straordinario”, ha detto Maria Malmer Stenergard, ministra svedese per la Migrazione, al suo arrivo.

“È importante che gli Stati membri rispettano le regole attuali per quanto riguarda il trattato di Dublino, ecco perché oggi discuteremo anche della dimensione interna oltre che a quella esterna”, ha poi sottolineato. “Per quanto riguarda il Patto sulla migrazione, stiamo facendo il possibile perché i negoziati vadano avanti: al momento c’è un dialogo costruttivo, il nostro obiettivo è prendere decisioni al Consiglio Europeo di giugno, è ambizioso ma siamo ambiziosi”, ha aggiunto la ministra.

“Non sono l’unica a dire che è necessario dialogare con l’Italia e chiederle di onorare il patto di Dublino”, ha detto Elisabeth Baume-Schneider, Consigliera federale presso il Dipartimento di Giustizia e Polizia della Svizzera, arrivando a Bruxelles per il consiglio Interni che prevede un incontro con i Paesi di area Schengen. “Bisogna prendere in considerazione le questioni globali della migrazione, anche sull’aspetto della solidarietà, ma diversi Paesi europei credono che ognuno abbia un ruolo da giocare e che l’Italia debba giocare il suo”.

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“La tragedia di Cutro ci ricorda che i migranti non sono flussi ma sono individui, uomini donne e bambini. E i trafficanti non hanno cura alcuna per la loro vita”. Lo ha detto la commissaria agli affari interni Ylva Johansson. “Non so se questa tragedia avrà un impatto sui negoziati in corso per arrivare al nuovo Patto sulla migrazione”, ha ammesso, “ma posso assicurare che i negoziati stanno andando avanti”. “La Svezia – ha aggiunto – sta traducendo l’accordo politico sulla solidarietà raggiunto nel corso della presidenza ceca in testi legislativi: siamo sotto pressione dal punto di vista dei tempi ma non è un cronoprogramma infattibile”.

“È necessario – ha concluso la commissaria – cooperare con la Tunisia anche se le dichiarazioni delle autorità sono preoccupanti: è un paese chiave per risolvere il problema della migrazione”.

Nel frattempo, un blocco di sei Paesi Ue – Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Olanda – al quale si è aggiunto la Svizzera in quanto membro Schengen, ha preparato un documento congiunto in cui si esprime “preoccupazione” per lo stato attuale del sistema di asilo comune in Europa e in particolare del trattato di Dublino. I Paesi sottolineano che “un miglioramento del sistema attuale, nell’ottica della condivisione di responsabilità, solidarietà e sincera cooperazione nell’applicazione delle regole esistenti”, può creare la creazione della “fiducia comune” per arrivare alla riforma “strutturale del problema”, di cui c’è bisogno.

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