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Unione Europea

Verso il piano Net-zero: i target per decarbonizzare l’Unione

BRUXELLES – “Aumentare la capacità produttiva europea e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di tecnologie a zero emissioni, sostenendo l’obiettivo di decarbonizzazione per il 2030”. Lo prevede il primo punto della bozza, visionata dall’ANSA, del piano Ue Net-zero, la cui approvazione è attesa il 14 marzo. Il piano si applica a 9 categorie di tecnologie: fotovoltaico, eolico, batterie, pompe di calore, idrogeno rinnovabile, biometano, tecnologie nucleari, tecnologie Ccus, elettrico. Prevede anche l’istituzione, in ciascun Paese di “valli dell’industria Net-Zero” e permessi amministrativi più veloci per le tecnologie elencate.

Il Net-Zero Act è strutturato in 36 articoli e in sei capitoli rispettivamente su “definizioni e obiettivi”, “investimenti” e “accesso al mercato”, “accesso ad una forza lavoro preparata”, “monitoraggio” e “governance”. La bozza è in via di completamento e sarà oggetto, nei prossimi giorni, della riunione dei capi di gabinetti della Commissione.

Nel primo capitolo il testo definisce, anche da un punto di vista lessicale, alcuni dei principali punti del pacchetto. Per “tecnologie a zero emissioni” si intendono le tecnologie relative ai sistemi energetici che garantiscono emissioni di gas a effetto serra basse, nulle o negative durante il funzionamento e i prodotti tecnologici finali, i componenti, i macchinari o gli assemblaggi installati nell’Unione che sono commercialmente disponibili e che contribuiscono all’implementazione o alla produzione di tecnologie a raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione.

La valle industriale a zero emissioni è un’area specifica, sul terreno, che è stata designata da uno Stato membro come particolarmente adatta alla costruzione di un’industria a zero emissioni o all’espansione di impianti di produzione dell’industria a della filiera dell’industria a zero emissioni; un progetto di produzione a tecnologia zero”, un impianto industriale che realizza prodotti a tecnologia zero”, si legge nel testo.

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Il piano istituisce una task force ad hoc, “la piattaforma Net Zero”, per la governance dei progetti e dei fondi. “La Commissione e gli Stati membri facilitano l’accesso ai finanziamenti per i progetti di resilienza a zero emissioni per tutte le seguenti attività: (a) accelerare gli investimenti, compreso l’effetto leva sui finanziamenti sia del settore pubblico che di quello privato pubblico e privato; fornire e coordinare il sostegno ai progetti di resilienza a zero emissioni che incontrano difficoltà nell’accesso ai finanziamenti. Tramite la piattaforma Net Zero, la Commissione e gli Stati membri individuano le esigenze e le strozzature finanziarie e le potenziali migliori pratiche”, si legge nel testo che prevede anche una quota (non ancora scritta nella bozza) di finanziamenti nazionali da indirizzare ai progetti di resilienza Net-Zero.

Da un punto di vista dei finanziamenti europei nel piano non c’è alcun riferimento al cosiddetto Fondo di Sovranità – che secondo la strategia della Commissione dovrebbe vedere la luce non prima dell’estate – ma nel testo si citano due fondi dell’Ue: l’Innovation Fund e InvestEu.

Entro il 2030 la capacità industriale dell’Ue dovrebbe essere in grado di soddisfare almeno il 40% della domanda annuale europea di pannelli solari, l’85% per la tecnologia eolica, il 60% per le pompe di calore, l’85% per le batterie e il 50% degli elettrolizzatori, si legge tra gli obiettivi stabili nella bozza. Il testo finale avrà l’obiettivo di fissare i target di produzione per le tecnologie green ritenute chiave per decarbonizzare l’economia continentale e allontanare così l’Unione dalla dipendenza dai Paesi terzi come la Cina.

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