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Unione Europea

Auto inquinanti, nuovo stop all’Ue. Meloni: ‘Rinvio successo italiano’

BRUXELLES – “ll rinvio, a data da destinarsi, del voto alla riunione degli ambasciatori Ue sul Regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina è un successo italiano. La posizione del nostro governo è infatti chiara: una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale. La decisione del Coreper di tornare sulla questione a tempo debito va esattamente nella direzione di neutralità tecnologica da noi indicata”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni.

Il voto sullo stop alla vendita di veicoli di nuova immatricolazione a benzina o diesel dal 2035 è stato rinviato a data da destinarsi e non è dunque entrato nell’agenda dei lavori della riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti dei 27. Lo fa sapere la presidenza svedese. A pesare, oltre al no dell’Italia e alle posizioni di fatto contrarie di Polonia e Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia astenuta), è la posizione della Germania. 

 “Ricordo che la proposta è stata fatta sulla base della neutralità tecnologica e nell’obiettivo di raggiungere l’obiettivo del Net Zero. Siamo in contatto con i Paesi membri sulle nuove preoccupazione emerse per valutare quale sia la strada migliore da percorrere ora”. Lo ha spiegato la portavoce della Commissione, Dana Spinant.

La Polonia “si oppone fermamente” all’adozione del regolamento sul rafforzamento dei livelli di prestazione in materia di emissioni di C02 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi, contestando in particolare “l’aumento degli oneri per i cittadini” che ne deriva. Lo spiegano fonti diplomatiche europee, sottolineando che la “legislazione dell’Ue dovrebbe creare un incentivo per i produttori di automobili perché offrano veicoli a zero emissioni al minor costo possibile per i cittadini”, alleviando “l’onere sui consumatori”.

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La normativa, si osserva, dovrebbe “tenere conto inoltre delle diverse circostanze dei singoli Stati membri e garantire che non vi saranno ulteriori stratificazioni sociali, povertà o esclusione”, sottolineano le stesse fonti. “La tendenza a ridurre le emissioni dei veicoli dovrebbe tenere conto della situazione del mercato” e delle “possibilità finanziarie dei cittadini nei diversi paesi” aggiungono da Bruxelles, sottolineando l’opposizione all'”estensione delle esenzioni ai produttori di alcuni marchi di lusso”, la deroga per la Motor Valley italiana, perché “in contrasto con il principio generale di ridurre le emissioni di tutti i settori in modo socialmente equo”. “In tempi di crisi – aggiungono – le esenzioni dovrebbero essere mirate ai cittadini più poveri piuttosto che alle case automobilistiche di lusso”.

“Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta”. Lo scrive il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, commentando il rinvio a data da destinarsi del parere del Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri sul Regolamento Ue che blocca la produzione e la commercializzazione di nuovi veicoli alimentati a benzina e diesel dal 2035.

“L’Italia – prosegue Pichetto – ha una posizione molto chiara: l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi. Puntare inoltre sui carburanti rinnovabili – spiega il Ministro – è una soluzione strategica e altrettanto pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali, evitando pesanti ripercussioni negative in chiave occupazionale e produttiva”. “La decarbonizzazione del settore dei trasporti, che resta obiettivo prioritario – aggiunge Pichetto – deve tenere conto delle peculiarità nazionali e di tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore dell’automotive. Ci auguriamo che questa pausa consenta anche ad altri paesi e alle stesse istituzioni europee una ulteriore riflessione su un tema così importante per cittadini e imprese”. 

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