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Dylan registra di nuovo Blowin' in The Wind

NEW YORK – A 81 anni Bob Dylan non smette di stupire. Per la prima volta dal luglio 1962, il premio Nobel per la letteratura e premio Pulitzer per la poesia ha registrato di nuovo la sua iconica canzone di protesta “Blowin’ in The Wind”. La nuova versione, autografata dal suo autore, debutterà con Ionic Original, un nuovo formato di musica analogica sviluppata dallo storico collaboratore T Bone Burnett per la sua nuova società NeoFidelity: sarà un unico esemplare di alluminio ricoperto di lacca su cui è incisa “una spirale di musica”. Il doppiamente ‘single’ sarà messo all’asta da Christie’s a Londra il 7 luglio: stima della vigilia, tra le 600 mila e il milione di sterline. La nuova incisione, che secondo Burnett offre una qualità di suono largamente superiore al digitale, ai Cd e agli Lp di vinile, risale all’anno scorso: “Sessant’anni dopo Bob ci regala una nuova registrazione, rilevante per i nostri tempi, ma anche evocativa di decenni di vita e di esperienza dell’artista”, ha detto Burnett, secondo cui il disco sarà il primo nel nuovo formato da quando 70 anni fa il vinile soppiantò la resina di gommalacca. I fan potranno ascoltarlo prendendo un appuntamento con le sedi di Los Angeles, New York e Londra dove il cofanetto di legno che lo contiene sarà esposto prima dell’asta. Per Dylan sono settimane importanti. Il cantante, che due giorni fa ha compiuto 81 anni, partirà in giugno in tournee negli Stati Uniti, mentre in novembre uscirà un nuovo libro, “Philosophy of Modern Song”, con oltre 60 saggi di artisti come Nina Simone, Hank Williams e Elvis Costello. “Blowin’ in the Wind” uscì nel maggio 1963 col secondo album di Dylan in studio, “The Freewheelin’ Bob Dylan”, ma Bob la incise il 9 luglio 1962 (il che fa coincidere l’asta di Christie’s praticamente col 60/o anniversario) dopo averne pubblicato le parole sulla rivista “Broadside” di Pete Seeger. Negli anni della guerra del Vietnam e delle marce per i diritti civili, il brano divenne un inno dei movimenti di protesta, ammirato e replicato da artisti come Mavis Staples, Sam Cooke Neil Young e Joan Baez, suonato spesso anche nelle chiese e durante le manifestazioni per la pace. “E’ una delle canzoni più importanti dell’ultimo secolo”, ha detto Peter Klarnet, uno specialista di Christie’s che condivide “la passione di Burnett per l’eccellenza sonora del suono analogico”.

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