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Navalny, docu sul più coraggioso oppositore di Putin

(di Gina Di Meo)
(ANSA) – ROMA, 07 MAG – Avvocato, attivista, politico,
fondatore del partito Russia del Futuro e della Fondazione
Anti-corruzione Alexei Navalny , è da tempo un coraggioso
oppositore di Putin e per questo detenuto in Russia. Un
documentario, diretto da Daniel Roher ne ripercorre la storia e
racconta il tentato omicidio con l’avvelenamento nell’agosto del
2020.
   
Il film è ancor più di presagio e attualità alla luce
dell’invasione russa in Ucraina. Presentato in anteprima
mondiale al Sundance Film Festival dove ha vinto due premi,
arriva in simultanea in sala e su IWonderfull.it, la piattaforma
streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con
MYMovies.it, il 10 maggio dopo l’uscita nel Regno Unito e in
oltre 800 sale negli Stati Uniti.
Nonostante si conosca il finale, il film ha ritmo thriller
seguendo la vicenda di Navalny. Nell’agosto del 2020 un aereo in
volo dalla Siberia a Mosca e’ costretto ad un atterraggio di
emergenza a Omsk perche’ un passeggero si sente male. Quel
passeggero era Navalny, il leader dell’opposizione russa, un
uomo che si temeva sarebbe stato ucciso per le sue denunce
contro il presidente russo Vladimir Putin. La moglie Julia e i
suoi colleghi, convinti che Navalny sia stato avvelenato e
terrorizzati da cio’ che gli potrebbe accadere in un ospedale
della Siberia, si precipitano a Omsk nel tentativo di portarlo
in Germania. Una volta trasportato li’, le autorita’ tedesche
confermano l’ipotesi dell’avvelenamento, affermando che le
analisi su Navalny avevano rivelato la presenza del Novichok,
agente nervino gia’ utilizzato per avvelenare l’ex spia Sergej
Skripal nel 2018.
‘Navalny’ si svolge con il ritmo di un thriller mentre segue
l’oppositore nella sua ricerca per identificare gli uomini che
lo hanno avvelenato. Girato in tempo reale in una cittadina
tedesca dove si trasferisce per la sua riabilitazione una volta
uscito dall’ospedale, il film coinvolge anche il giornalista
investigativo Christo Grozev di Bellingcat e altri membri del
suo staff. Dal film emerge anche il ritratto di un uomo e di uno
straordinario stratega della comunicazione che con l’aiuto dei
suoi collaboratori riesce ad orchestrare una telefonata ad uno
degli agenti del Servizio federale per la sicurezza della
Federazione russa (SFB) in cui si ammette l’avvelenamento. Ma la
gioia per la vittoria dura poco perche’ Navalny verra’
arrestato il 17 gennaio del 2021 dopo la sua decisione di
tornare in Russia, con l’accusa mai provata di appropriazione
indebita. Navalny è in carcere da quel giorno, condannato a
scontare una pena di due anni e otto mesi, dallo scorso 23 marzo
diventata di nove anni. Dalla prigione è uscito solo in seguito
al suo prolungato sciopero della fame, salvo essere nuovamente
incarcerato dopo essere curato. Il film ricostruisce
l’indagine che ha portato alla verità rispetto all’accaduto.
   
Alexei Navalny nel corso degli anni ha svelato molte verità
scomode attorno al governo russo e ai potenti oligarchi che lo
compongono e lo sostengono, non ultima la rete di corruzione e
l’enorme giro di denaro e potere attorno a queste figure, a
partire da Vladimir Putin.
   
“Saro’ un specie di martire fino alla fine dei miei
giorni”, dice all’inizio del film. E un latente senso di
tristezza per la sua sorte traspare durante l’intero
svolgimento. La morte e’ sempre in agguato. “Nella migliore
delle ipotesi – ha detto il regista al Sundance – vorrei che
questo film portasse alla scarcerazione di Navalny. Voglio che
ogni essere umano sulla terra conosca il nome Alexei Navalny.
   
Voglio che questo nome sia associato all’ingiustizia grottesca
che viene perpetrata in Russia contro un uomo che e’
sopravvissuto ad un tentativo di omicidio e poi arrestato.
   
Voglio che ci sia indignazione a livello mondiale per la sua
detenzione e voglio anche si smetta di fare affari con la
Russia”. (ANSA).
   

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