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Pechino: caso Valieva, lunedì la decisione del TAS

Kamila Valieva saprà lunedì pomeriggio se per lei le Olimpiadi di Pechino sono già finite. Sarà il Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport) – con una commissione ad hoc presieduta dall’italiano Fabio Iudica – a decidere sulla sorte della 15enne pattinatrice russa, da giorni al centro di una clamorosa vicenda di doping per la positività ad una sostanza vietata, risalente ad un mese e mezzo fa, ma esplosa a Giochi in corso, quando il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato che la cerimonia di premiazione dell’evento a squadre, vinto lunedì dalla Russia, era stata posticipata per motivi “legali”, dovuti al fatto che l’interessata è minore di 16 anni e quindi “persona protetta”. Anche oggi la baby-fenomeno del pattinaggio si e’ allenata regolarmente, 40 minuti di lavoro sotto gli occhi della sua allenatrice, Eteri Tutbderidze, dalla cui scuola sono uscite tutte le giovanissime campionesse russe degli ultimi anni, tra ammirazione e sospetti di metodi molto duri. A fine allenamento, atleta e tecnica si sono parlate, Tutdberidze ha abbracciato la sua creatura.

“Sono assolutamente sicuro che Kamila sia innocente e pulita – ha dichiarato ai media russi – Noi non l’abbandoniamo, siamo con i nostri atleti nella gioia e nel dolore”. Cio, Federazione mondiale del pattinaggio (ISU) ed International Testing Agency (ITA) hanno chiesto l’allontanamento della Valieva, ricorrendo contro la revoca della sospensione da parte dell’Agenzia antidoping russa. Domani il TAS terrà un’audizione in videoconferenza. “Dopo l’udienza, la giuria delibererà e preparerà il lodo arbitrale contenente la sua decisione” attesa per il 14 pomeriggio. Ovvero solo un giorno prima che Valieva partecipi alla gara di pattinaggio artistico femminile. La giovanissima stella russa, che lunedì ha giocato un ruolo da protagonista nell’oro a squadre vinto dal suo Paese, è risultata positiva alla trimetazidina dopo aver gareggiato a San Pietroburgo il 25 dicembre. Ma secondo l’ITA questa positività della Valieva è emersa solo l’8 febbraio, come da campione esaminato nel laboratorio di Stoccolma accreditato presso la WADA, ovvero il giorno dopo aver vinto l’oro a squadre a Pechino.

“La mancata segnalazione di un test svolto a dicembre fino a dopo l’evento a squadre ai Giochi è un fallimento catastrofico del sistema di protezione del pubblico – ha sottolineato il capo dell’Agenzia antidoping degli Stati Uniti, Travis Tygart – dell’integrità dei Giochi e della pulizia degli atleti che hanno dovuto competere”. L’agenzia antidoping russa RUSADA ha dichiarato di essere stata informata che il forte aumento delle infezioni da Covid-19 all’inizio dell’anno sarebbe la causa del ritardo. Mentre oggi Valeva si allenava a Pechino, il presidente della Federazione russa di pattinaggio di figura, Alexander Gorchkov, ha dichiarato: “Ripeto ancora una volta che non abbiamo dubbi sull’onestà del nostro atleta. Dobbiamo scoprire, da un lato, tutte le circostanze dell’accaduto e, dall’altro, cosa è successo al campione antidoping del 25 dicembre a quasi un mese e mezzo dal suo invio in un laboratorio estero”.
   

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