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Domenica la Svizzera al voto sugli aiuti ai media

Il finanziamento pubblico di media privati è superfluo o necessario? Domenica prossima, l’elettorato svizzero dovrà pronunciarsi in un referendum su un pacchetto di misure a favore dei media, votato dal parlamento e contestato da un comitato referendario. Stando agli ultimi sondaggi, l’esito della votazione è incerto con favorevoli e contrari praticamente alla pari: 49% di “no” e 46% di “sì”.
    Il pacchetto da 150 milioni di franchi (circa 142 milioni di euro) prevede un’estensione del contributo della Confederazione alla copertura di parte dei costi derivanti dal trasporto dei giornali e delle pubblicazioni della stampa associativa, un sostegno per i media online e contributi alle emittenti radiofoniche e televisive che operano a livello regionale e locale. Il governo, schierato a favore della legge, sottolinea che dal 2003 sono scomparsi più di 70 giornali e che già oggi la Confederazione rende più economica la distribuzione a domicilio di giornali in abbonamento assumendosi una parte dei costi per il trasporto. Con la nuova legge, si vuole estendere questa agevolazione anche ai giornali con una tiratura ampia. Come in molti altri Paesi, anche in Svizzera, il settore mediatico soffre di un calo degli abbonamenti e delle entrate pubblicitarie che migrano verso le grandi piattaforme Internet.
    Per il governo e i sostenitori della nuova legge, gli aiuti ai media fortificherebbero la democrazia promuovendo il giornalismo regionale indipendente. Mentre i contrari ritengono che non è compito dello Stato aiutare la stampa: i media sovvenzionati diventano “media di Stato”, mentre la democrazia ha bisogno di media indipendenti. Chi si oppone deplora inoltre che gli aiuti finanziari sarebbero elargiti anche agli editori più ricchi.
    Sempre domenica prossima 13 febbraio, gli Svizzeri votano sull’introduzione di un divieto assoluto degli esperimenti su animali e esseri umani, l’abolizione della tassa di bollo e il divieto di pubblicità del tabacco.
   

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