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Kafka e il senso della pandemia secondo Barberio Corsetti

La Metamorfosi di Franz Kafka secondo Giorgio Barberio Corsetti torna al Teatro Argentina con il sapore di un debutto con il pubblico finalmente in presenza, ed è il segno della ricerca del regista che ha già affrontato i racconti e messo in scena con gli appuntamenti di Metamorfosi Cabaret. Causa Covid infatti la produzione avviata dal Teatro di Roma nel 2020, è stata sul palco solo una settimana nel maggio 2021 ora si potrà vedere fino al 27 febbraio ma da quella esperienza di isolamento è nata e ne porta chiaramente il segno.
Dopo Roma lo spettacolo sarà al Teatro Mercadante di Napoli dal 2 al 13 marzo 2022.
Protagonista uno straordinario Michelangelo Dalisi, che narrando la sua storia in terza persona, quindi letteralmente uscendo da sè, si trasforma in quel mostro invisibile che lo rinchiude nel bozzolo dell’incomunicabilità. Lo ha detto più volte Barberio Corsetti che per lui in quell’opera era il senso della distanza imposta dalla pandemia, un muro invisibile ed intangibile che improvvisamente si è posto tra le persone e gli ha impedito la carnalità degli abbracci con tutto quello che ne consegue.
Il mostro in realtà non esiste, l’illusione scenica è nella trasformazione degli atteggiamenti, Gregorio Samsa non è uno scarafaggio ma un uomo che nella sua sofferenza si sente tale e questo La Metamorfosi di Barberio Corsetti riesce mirabilmente a raccontare. In scena è un muro che segna la distanza tra ”mondo” e ”immondo”, tra visibile e invisibile, tra materia e ragione, tra umanità insensata e dolore. Ad unire le due frontiere solo la musica, quella del violino della sorella capace di toccare corde comuni. Se con La Metamorfosi, Corsetti si immerge ancora una volta nell’universo di Kafka, lo fa sempre tenendo fede in modo filologico alla sua scrittura, riportando l’asprezza del testo originale senza per questo togliere nulla, anzi, all’efficacia della rappresentazione. ”Spettacolo nato in piena pandemia – si legge nelle note di regia – è un racconto sulla separazione, sull’isolamento, sulla difficoltà di contatto. La metamorfosi è un’opera-mondo, che si irradia da una stanza e invade l’appartamento che la circonda, in cui si svolgono eventi imprevedibili, vissuti da personaggi tragici e comici. Sono malinconiche costellazioni familiari in una notte piena di nubi che prendono nella mente dimensioni gigantesche”.
In scena con Dalisi, Roberto Rustioni, Sara Putignano / Gea Martire, Anna Chiara Colombo, Giovanni Prosperi, Francesca Astrei, Dario Caccuri
   

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