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Holland, in Uncharted divento come Indiana Jones

(ANSA) – ROMA, 09 FEB –
A poche settimane dal trionfo globale di Spider-man: No way home diventato il sesto film con gli incassi più alti di sempre, Tom Holland, divo britannico che a 25 anni è entrato nel sempre più ristretto Olimpo delle star considerate una garanzia per le mega produzioni hollywoodiane, si presenta come volto simbolo di un altro potenziale nuovo franchise. E’ Uncharted di Ruben Fleischer, tratto dall’omonima serie bestseller di videogiochi action adventure (oltre 40 milioni di copie vendute in 15 anni), creata da Amy Hennig e sviluppata da Naughty Dog per Playstation (che qui è coproduttrice con Playstation productions). Un’avventura adrenalinica, interpretata insieme a Mark Wahlberg, Sophia Ali,Tati Gabrielle e Antonio Banderas, che per Holland, arrivato a Roma per parlare del film insieme al regista e ai produttori Charles Roven e Alex Gartner, ha come filo rosso la famiglia. “E’ un tema molto forte – spiega l’attore, incontrando i giornalisti, in una location romana che gli offre come sfondo il Colosseo -. Più che cercare un tesoro perduto, lui cerca la sua famiglia e la trova in Sully (Wahlberg), con cui si crea un rapporto tra fratello maggiore e minore”. Per Holland “l”action adventure è sempre stato il genere favorito, sono cresciuto amando i film di Indiana Jones, Mission impossible, James Bond (di 007 aveva anche proposto uno spin-off sull’agente segreto giovane, ndr). Avere quindi qui la possibilità di mostrare la mia versione di quello che amo trovare in Indiana Jones è stato incredibilmente eccitante… E’ un sogno diventato realtà”. Nella storia, ricca di chicche per gli amanti del videogioco (compreso un cameo d’eccezione) ma avvincente anche per chi non conosce il videogame, Nathan Drake, abile barman e ladro, accetta di ‘fare squadra’ con il cacciatore di tesori Victor “Sully” Sullivan per recuperare il leggendario oro accumulato da Ferdinando Magellano e la sua ciurma durante la navigazione intorno al globo. Una missione nella quale Nathan si lancia sperando di ritrovare il fratello maggiore Sam, che stando al racconto di Sully, aveva già tentato l’impresa, per poi sparire nel nulla. L’avventura si rivela un pericoloso e vorticoso periplo di scoperte e enigmi da risolvere, dai sotterranei di Barcellona al Mar di Banda nell’Arcipelago indonesiano, tra pericolose alleanze e avversari letali. Per un personaggio “parto sempre dai più piccoli dettagli. Rispetto a Peter Parker che ha una fisicità più adolescenziale, qui ho lavorato molto sul corpo per dare l’idea di un uomo con una consapevolezza diversa del suo fisico, che emerge quando si ritrova appeso a un aereo o rischiando affogare in un sotterraneo. Un elemento che trascende l’azione e che contribuisce a renderlo un personaggio tanto amato” . Un lavoro del quale “si è accorta anche Amy Pascal (produttrice di Spider-Man: No Way home, girato dall’attore subito dopo Uncharted, ndr): “Mi continuava a dire i primi giorni sul set, che mi muovevo troppo come un uomo e poco come un teenager… c’è voluto qualche giorno per ricambiare” aggiunge sorridendo. Per l’adattamento la strada scelta da Fleischer è stata “rispettare i canoni di un gioco così popolare ma al tempo stesso farlo nostro – sottolinea il regista -. È stato facile perché la storia già offre incredibili sequenze d’azione e una dimensione più intima nel rapporto fra Sully e Nathan. Poi quando hai due interpreti come Tom Holland e Mark Wahlberg tutto diventa più semplice”. Secondo Holland “il film gira intorno al legame che instaurano i nostri personaggi e quel tipo di sintonia non può apparire forzata. Tra noi è nata naturalmente, si percepisce un legame fraterno… Ci siamo divertiti molto insieme”. Ora Holland ha in prospettiva una nuova sfida complessa: vorrebbe infatti interpretare un biopic su Fred Astaire, che lo riporterebbe a una delle sue prime passioni, la danza (ha interpretato in teatro Billy Elliot ed ha entusiasmato i fans qualche anno fa con una sua trascinante performance per Lip Sync Battle, ballando Umbrella di Rihanna in guepiere e calze a rete, come la cantante nel video, ndr). Il progetto però sta già creando polemiche perché Astaire aveva più volte negato i diritti per realizzare film sulla sua vita e avrebbe chiesto anche nel suo testamento di non autorizzare progetti di biopic. (ANSA).   

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