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Alessandro Gassmann, vorrei fare documentari sulla terra

 ALESSANDRO GASSMANN, IO E I #GREEN HEROES’ (PIEMME, PP 280, EURO 17,90). La natura è la vera, grandissima passione di Alessandro Gassmann che non esita a dire “sono nato verde”. Il suo amore per la terra, per la vita naturale ce lo racconta in ‘Io e i #Green Heroes’, in cui ripercorre la sua storia, dall’infanzia alla nascita del figlio Leo, in una famiglia speciale. Ma nel libro, scritto con Roberto Bragalone, pubblicato da Piemme, a cura di Lorenzo Laporta e con la postfazione di Annalisa Corrado, non c’è solo il rapporto con i genitori: il grandissimo Vittorio Gassman e la madre Juliette Mayniel, attrice e pittrice da cui ha ereditato l’amore per la terra e alla quale è dedicato. Ci sono la sua vita selvaggia nell’infanzia, il suo percorso di attore e regista e l’incontro con i Green Heroes, l’impegno per le questioni climatiche e ambientali e la spinta a spronare tutti ad impegnarsi per un mondo migliore.
    “Mia madre è nata in una famiglia di contadini. Ha sempre portato avanti la sua esistenza come artista, attrice, pittrice, cittadina del mondo ma è sempre rimasta una contadina, io sono cresciuto con lei. Era inevitabile che il mio rapporto con la natura fosse di un rispetto totale. Non era mai successo che la situazione sul pianeta fosse così drammatica come quella che ci si prospetta a causa nostra. Siamo colpevoli, ma siamo ancora in tempo, le tecnologie ci sono. Il mio libro vuole parlare di soluzioni, vuole stimolare i cittadini a partecipare a questa piccola rivoluzione verde” dice all’ANSA Gassmann che presenterà ‘Io e I#Green Heroes, l’11 febbraio alla Galleria Alberto Sordi a Roma.
    “Posso essere definito con un senso opposto a quello che si usa di solito che è dispregiativo: ‘uno le cui braccia sono state strappate alla terra’. Sempre più spesso comincio a pensare che potrei in futuro, e ci sto già lavorando, unire le due cose: diventare uno che attraverso la narrazione cinematografica racconta le mutazioni del nostro pianeta e le possibilità di sopravvivenza. Non per noi che l’abbiamo sfangata, ma per i nostri figli e i nostri nipoti che se la vedranno molto peggio di noi, purtroppo” spiega. E, “non escludo che ad un certo punto della mia carriera la regia possa diventare l’unico mestiere che farò” dice l’attore che abbiamo visto in tv nella fortunata fiction di Rai1 ‘Un Professore’. Come si possono coniugare cinema e natura? “Facendo regie di documentari, ma anche promozione e produzione. Dobbiamo informare e rassicurare le persone. Dei cento e più Heroes che racconto si possono trovare indirizzi e siti utilizzando il QR Code che si trova nel libro. Mi sono appoggiato al Kyoto Club di Roma, club di scienziati che da sempre si occupa di possibilità di miglioramento della nostra vita. E vado molto fiero del fatto che i proventi del libro verranno interamente utilizzati per piantare alberi da frutta in terreni gestiti da associazioni che si occupano di persone con difficoltà varie”.
    Ma qual è la prima cosa da fare? “Cercare di riscaldare meno la nostra atmosfera e ci sono tantissimi modi per farlo. Tutti i Green Heroes che ho incontrato ci hanno creduto, hanno rischiato, vinto. Sono una speranza grandissima. Ora bisogna però che ci sia l’impegno dei governi, anche di quello italiano, ma abbiamo un ministro della transizione ecologica che non vuole farla. Il ministro Roberto Cingolani penso che sia in questo momento, in questo governo, che fortunatamente ci sta aiutando a superare un momento che forse è il più complesso dalla seconda guerra mondiale, la persona meno utile. E’ la mia opinione personale e me ne assumo la responsabilità”, sottolinea Gassmann.
    Cosa pensa di Greta Thunberg? “E’ un simbolo fondamentale, la testimonianza che in questo momento le nuove generazioni necessitano di maggiore ascolto e meritano di avere più voce in capitolo”.
    Anche suo padre Vittorio Gassman aveva la passione per la natura? “Non lo abbiamo mai saputo perché non ha passato un singolo giorno della sua vita senza lavorare e quindi non ha avuto tempo per altro. Sono convinto che il piccolo malessere che mio padre ha avuto alla fine della sua vita e quel male oscuro di cui sempre parlava dipendesse anche dal fatto che abbia sempre e unicamente pensato a lavorare e migliorarsi nella sua arte e forse un pochino troppo poco a se stesso”. La sua più grande eredità? “L’onestà e la generosità. Un grande regalo che mi ha lasciato”.
    La vedremo ancora in Un Professore? “Sicuramente procederà. E poi sto lavorando a un’ipotesi di un quarto film come regista dopo ‘Silenzio grande’, ora su Amazon Prime, che ha appena vinto tre Ciak d’Oro. L’attore è un mestiere che ho sempre fatto controvoglia e mi rendo sempre più conto che non è per me. Sono una persona che non ama esibirsi ed essere osservata a lungo. Rimane un mestiere bellissimo ma per il quale non sono caratterialmente portato”.
    E il teatro? “In questi giorni sono impegnato nelle prove di uno spettacolo, Racconti disumani’ che debutta il 17 febbraio all’Aquila. Ho messo insieme due testi di Kafka. Sono il regista e l’unico protagonista è Giorgio Pasotti. Da ottobre sarà in tournee in tutta Italia. Il teatro sta andando benissimo, al contrario del cinema ce la sta facendo, sono molto contento”.
    Un seguito del libro? Beh! Chissà. Il viaggio dei Green Heroes è appena iniziato”. (ANSA).
   

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