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Gb: contestatori insultano leader Labour, nuove accuse a Johnson

Nuova polemica sul premier conservatore britannico, Boris Johnson, dopo la contestazione di piazza subita ieri all’uscita dal parlamento di Westminster dal leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer: circondato e insultato da qualche decina di manifestanti no vax e costretto a essere scortato al sicuro – col ministro ombra degli Esteri, David Lammy – da un drappello di agenti di Scotland Yard.
    L’episodio si è chiuso senza conseguenze, salvo il fermo di polizia di una coppia di esagitati, ma ha suscitato forti reazioni politiche critiche verso il primo ministro sia da parte del Labour sia di almeno una mezza dozzina di deputati della maggioranza Tory. Johnson è stato infatti accusato di aver “avvelenato” il clima contro il rivale durante il Question Time della settimana scorsa: quando, in risposta agli attacchi sullo scandalo Partygate, ha puntato il dito su Starmer per la vicenda delle mancate indagini iniziali sui misfatti di pedofilia commessi in anni passati da Jimmy Savile, defunto dj e star della Bbc, al tempo in cui l’attuale numero uno dell’opposizione era al vertice della Procura della Corona. Un’accusa bollata come falsa da più parti (e che lo stesso premier ha solo tardivamente corretto, sostenendo di non aver voluto attribuire colpe personali a Starmer, ma ricordare l’inazione sul caso Savile dell’ufficio giudiziario che egli dirigeva, inazione per la quale del resto sir Keir chiese poi all’epoca pubblicamente scusa); ma che comunque i contestatori di ieri han riecheggiato fra i vari slogan lanciati.
    Di qui le denunce dai ranghi delle opposizioni e da alcuni esponenti della fronda Tory anti-BoJo che ora chiedono al primo ministro di scusarsi per aver gettato “fango” sull’avversario.
    Johnson e la ministra dell’Interno, Priti Patel, hanno da parte loro condannato la contestazione a Starmer come “inaccettabile”.
    Una fonte del governo ha tuttavia negato che la si possa addebitare al premier, visto che i dimostranti hanno gridato un po’ di tutto all’indirizzo del capo del Labour: con riferimenti “a Savile, al caso Assange” e soprattutto all’accusa di non aver contrastato la campagna vaccinale anti Covid di massa dell’esecutivo. 
   

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