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Di Maio, 'lavoriamo per evitare rischio escalation militare'

“La crisi ucraina è al centro dell’agenda europea e internazionale del Governo. Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare. Essa si aggiungerebbe alle conseguenze già pesanti – in termini umanitari, geopolitici ed economici – di un conflitto aperto ormai da quasi un decennio ai confini dell’Europa, a soli duemila chilometri da Trieste. Un conflitto che dal 2014 a oggi ha già causato 15mila vittime tra militari, combattenti e civili; un milione e mezzo di rifugiati interni all’Ucraina, e 500mila in Russia”. Lo ha detto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alle commissioni congiunte Esteri e Difesa. 

“La Nato non può certamente rinunciare al principio della ‘Porta aperta’ e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l’entrata dell’Ucraina e della Georgia in un momento futuro. Sappiamo tuttavia che questa è una ‘linea rossa’ per Mosca”, ha aggiunto Di Maio.

“Stiamo interagendo costantemente con i nostri partner per definire un pacchetto di misure sostenibili, graduali e proporzionali“, ha poi precisato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

“Stiamo lavorando in ambito europeo a un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe” e che “siano direttamente collegate a sviluppi concreti e oggettivi sul terreno”.

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