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Dagli archivi spunta la figlia 'sconosciuta' di Marco Polo

(ANSA) – VENEZIA, 07 FEB -Dall”Archivio di Stato di Venezia arriva una scoperta che getta nuova luce sulla biografia di Marco Polo. Il grande viaggiatore, autore de Il Milione’ aveva una figlia rimasta finora sconosciuta: Agnese, che in punto di morte affidò le ultime volontà nelle mani del padre. Quel documento, vergato il 7 luglio 1319 a Venezia, è stato scoperto e studiato da Marcello Bolognari, all’Archivio di Stato veneziano. Il ricercatore ne parla in un articolo appena pubblicato sulla rivista ‘Studi Medievali III’ serie, 62, dal titolo “Agnes uxor Nicolai Calbo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi”, un nuovo documento inedito sulla famiglia Polo. La scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca archivistica Biflow dell’Università Ca’ Foscari. Finora era conosciuta soprattutto la figlia Fantina Polo, degna discendente del viaggiatore, forte e determinata che non esitò a rivolgersi al tribunale per rivendicare l’eredità lasciatale dal padre. Ma i documenti raccontano adesso anche un’altra storia, e svelano l’esistenza di Agnese, nata prima del matrimonio di Marco Polo con Donata Badoer, anno 1300, dal quale, nacquero Fantina, Bellela e Moreta. Le circostanze della scoperta sono tristi: vicina alla morte, Agnese Polo, nella parrocchia di San Giovanni Grisostomo, affidò il compito al padre Marco di far pervenire le sue ultime volontà al prete-notaio Pietro Pagano della chiesa di San Felice. Il testamento del 1319 diviene ora un frammento sparso nel vasto (e in espansione) insieme documentario sulla famiglia dei Polo, e apre nuove prospettive sulla vicenda biografica di quello che fu l’ambasciatore veneziano alla corte del Gran Khan Kubilai. Polo ebbe quindi una figlia prima del matrimonio (fuori dal matrimonio, o frutto di un’unione precedente non si sa). Secondo lo scopritore, essendo datata 1300 l’unione con la moglie Donata, è presumibile che la nascita di Agnese si possa collocare fra il 1295 e il 1299, subito dopo il ritorno a Venezia di Marco (1295) dall’epico viaggio in Estremo Oriente, e subito prima della prigionia genovese (1298-1299). All’epoca del testamento Agnese aveva circa 23-24 anni. L’antico documento, spiega Marcello Bolognari, “restituisce un quadro familiare intimo e affettuoso; si parla del marito Nicolò, detto Nicoletto, e dei figli, Barbarella, Papon (sta per mangione) e Franceschino. I diminutivi mostrano una madre, evidentemente giovane, che si preoccupava di lasciare qualcosa non solo al marito e alla prole ma, come si legge nella pergamena, anche al magister dei bambini Raffaele da Cremona” 

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