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Iacona, la pandemia non ci ha insegnato nulla, servono fondi

“I politici non hanno compreso l’insegnamento che viene dalla pandemia e cioè: mai più un euro in meno per la sanità. Invece, siamo punto e accapo. Assistiamo a una scommessa mancata. Mancano medici e infermieri, occorre investire sulla medicina del territorio. Gli ospedali ne escono con le ossa spezzate, con liste d’attesa lunghissime. La quota per la sanità prevista dal Pnrr è troppo bassa, la salute non può essere sempre la cenerentola”. Riccardo Iacona torna con un nuovo ciclo di PresaDiretta, otto appuntamenti dal 7 febbraio ogni lunedì in prima serata su Rai 3, dedicando una delle puntate allo stato della sanità pubblica, a due anni dall’inizio della pandemia.
I pronto soccorso che esplodono, le diagnosi e la prevenzione che rimangono indietro e creano l’emergenza del prossimo futuro.
“Dovremmo spendere più soldi per la prevenzione e la ricerca, invece ci concentriamo sulla spesa farmaceutica”, dice il conduttore in un’intervista all’ANSA. E’ più un problema di prospettive che di contrasto immediato al fenomeno, sul quale il governo, secondo Iacona, si è mosso in linea con gli altri Paesi. “Abbiamo bisogno di misure di contenimento – sottolinea – e di portare avanti le vaccinazioni, non credo che ci sia un accanimento contro i no vax. Speriamo che con la primavera diminuisca la pressione sugli ospedali”.
La politica, dopo lo spettacolo offerto per il voto del presidente della Repubblica, viene ritenuta ormai in profonda crisi. “Non faccio parte del partito degli sfascisti – afferma il conduttore -, c’è una profonda crisi dei partiti più che della politica. I partiti tradizionali sono stati sostituiti da partiti personali, a partire dalla discesa in campo di Berlusconi. Inoltre, le questioni non si risolvono più a livello nazionale, ma in un luogo dove il politico di turno non può incidere, cioè l’Europa. I partiti hanno smesso di interpretare la società. Questi cambiamenti emergono nei momenti clou, come il voto per il Quirinale”. Nella puntata d’esordio un’inchiesta dello stesso Iacona sui concorsi pilotati nelle università, come emerge da diverse inchieste della magistratura. “E’ di questi giorni la notizia del ricercatore Giambattista Scirè che dopo 11 anni di ricorsi vinti è finalmente riuscito ad ottenere il posto che gli spettava, dopo che l’università di Catania si è ripetutamente rifiutata di eseguire le sentenze – spiega -. E’ quello che succede ovunque. I concorsi sono pilotati, non si entra per merito, ma per l’appartenenza ad un clan. Siamo andati all’estero e abbiamo visto che lì non funziona come da noi: ci sono fondi per la ricerca e vincono i migliori. Abbiamo intervistato la ministra Messa che conosce bene il problema perché viene da quel mondo e fa alcune proposte tecniche forti che speriamo vadano avanti, ma soprattutto mi dice che vorrebbe aprire i concorsi anche al mondo esterno agli atenei e mettere l’università al centro dell’agenda del Paese”.
Tra gli altri temi delle puntate: il mondo del lavoro, malpagato e sfruttato; la nuova criminalità digitale e gli attacchi informatici ad aziende e istituzioni; gli animali domestici diventati come figli; la nuova Guerra Fredda, tra Stati Uniti e Cina; l’Europa dei muri e le vite sospese dei migranti. Focus poi su uno dei temi da sempre al centro del programma di Rai3: il clima ormai fuori controllo. “Ci sono zone del mondo dove il futuro è purtroppo già presente – racconta Iacona -. Negli Stati Uniti, Miami è estremamente fragile, è la prima linea vicino al mare, nella zona di New Orleans le paludi sono cresciute, Los Angeles ha un problema di risorse idriche.
Nel Madagascar del Sud c’è la prima carestia dovuta al cambiamento climatico, è da 5 anni che non piove. Riusciremo a invertire la tendenza sull’innalzamento della Co2? Come possiamo adattarci al clima che sta cambiando? Sono le domande a cui cercheremo di rispondere, con una certezza: non possiamo più consumare così tanto, dobbiamo trovare un nuovo equilibrio”.

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