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Quanto e come si parla online della scuola

La ripresa della scuola dopo le festività natalizie è stata decisamente movimentata. Da un lato il dilagare della variante omicron e dall’altro lato le contrapposizioni tra regioni, con De Luca in testa, e i ministeri della salute e dell’istruzione hanno acceso le polemiche tra la tutela della salute e il diritto allo studio.

ANSA e DataMediaHub hanno analizzato le conversazioni online (social + news online + blog e forum) relative alla parola chiave “scuola” nell’ultima settimana per capire quale sia l’orientamento degli italiani che usano la Rete al riguardo.

Le citazioni online sono state poco meno di 104mila, da parte di oltre 21mila autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto (like + condivisioni e commenti) quasi 1,2 milioni di persone. Volumi che ottengono una portata potenziale (‘opportunity to be seen’) di oltre 222,4 miliardi di impression.

Anche stimando ragionevolmente al 5% la portata effettiva rispetto a quella potenziale le impression, le esposizioni effettive a contenuti relativi alla scuola sono stati 11,1 miliardi circa, al lordo delle duplicazioni.

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Prevalenza di sentiment negativo, come mostra anche la “emoji cloud”, la nuvola delle 100 emoji maggiormente associate alle conversazioni sul tema, in cui, come mostra l’infografica, spiccano le “faccine” di rabbia e di pianto e disperazione.

La battaglia tra didattica a distanza e quella in presenza domina le conversazioni online sul tema, ma non sono mancate le polemiche sulla professoressa modenese senza mascherina piuttosto che invece, al contrario, quelle sull’obbligatorietà del green pass.

Nel mirino, come non poteva essere altrimenti, il Ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha difeso a spada tratta la riapertura delle scuole.

A vedere il trend degli ultimi sette giorni, che mostra come dopo la relativa calma notturna ogni giorno si riaccendano le discussioni sulla scuola, pare che la questione continuerà anche nei prossimi giorni ad essere al centro dell’interesse degli italiani, come del resto non poteva essere altrimenti vista la situazione allo stato attuale delle cose.

Infine, sorprende che la maggioranza, seppur di poco, di coloro coinvolti in discussioni online sulla questione siano uomini. Potrebbe essere una buona notizia quella degli uomini che finalmente si interessano attivamente del presente, e del futuro, dei propri figli.

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