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La famiglia de Il lupo e il leone, predatori ma 'fratelli'

Anche tre orfani, “provenienti da specie diverse, possono essere una famiglia, l’incontro di tre anime, e non è questione di razza, credo o religione, si tratta di connessione”. Un messaggio da trasmettere ai bambini in forma di favola moderna nella quale si dimostra che anche due predatori come un lupo e un leone possono formare un tale nucleo. E’ l’impronta che Gilles De Maistre ha dato a Il lupo e il leone, il nuovo adventure-family movie in arrivo nelle sale il 20 gennaio con 01 Distribution (un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema, che ruota intorno alla protezione del regno animale e dell’ecosistema).
Una ricetta basata su spettacolarità, grazia e realismo e un massimo rispetto degli animali durante le riprese, articolate lungo mesi, che ha già portato al successo il precedente film del regista, Mia e il leone bianco, con incassi di oltre 36 milioni di dollari tra botteghino francese e internazionale. A formare la nuova famiglia sui generis è Alma (Molly Kunz), studentessa di musica di New York. La ragazza, tornata, dopo la morte del nonno, tra i boschi del Canada, si trova a salvare, portandolo nella baita di famiglia, un leoncino destinato a un circo e sopravvissuto a un disastro aereo. E allo stesso modo decide di dare una nuova casa a un raro esemplare di lupa d’argento e al suo lupacchiotto, che erano sotto il controllo di due scienziati per uno studio sul ripopolamento. Quando la lupa scompare, Alma rinuncia a tutto per crescere i due cuccioli, dando al lupo il nome di Mozart e al leone quello di Dreamer. I due animali, che crescono come fratelli, da adulti sono però considerati un pericolo e vengono sottratti alla giovane donna che non si rassegna a perderli. Dreamer è di nuovo destinato al circo, mentre Mozart torna nella riserva dei due scienziati.
Entrambi però fuggono e iniziano un lungo viaggio verso casa. L’idea del film è stata concepita da De Maistre con Kevin Richardson, zoologo esperto di leoni che aveva già lavorato con il regista per Mia e il leone bianco, e Andrew Simpson, addestratore di animali famoso a livello internazionale per il lavoro con i lupi (da Il Trono di spade a The revenant). Insieme hanno pensato a un racconto incentrato appunto su un leone e un lupo, animali che finora non si erano visti insieme in un film.
“Abbiamo lavorato con Andrew prendendo quattro cuccioli di lupo e due di leone, e li abbiamo osservati mentre erano insieme”, spiega de Maistre. In ogni fase della produzione è sempre stato centrale il benessere degli animali. “Andrew studiava quale coppia funzionava meglio e quale mostrasse maggior confidenza con le telecamere e gli esseri umani”. Parte del processo di produzione è stata la creazione di set speciali, che prevedevano delle gabbie da cui gli operatori potevano effettuare le riprese, mentre il lupo e il leone si muovevano liberi. Come per Mia e il Leone Bianco, girato in 36 mesi, la produzione si è articolata su cinque blocchi di riprese, nei quali il regista e la sua squadra hanno filmato il lupo e il leone mentre crescevano insieme, dai primi momenti fino alla giovinezza, per un arco di 15 mesi.
“Questi due mitici predatori ci mostrano come riescono a diventare fratelli, nonostante siano nemici in natura”, spiega il cineasta. “La cosa più importante per noi era che questo legame fosse vero, non volevamo usare effetti speciali”. Gli animali “non sono mai stati forzati ad andare d’accordo. La loro relazione è cresciuta fin da quando erano piccoli e condividono un legame indissolubile”. Tanto che, non potendo essere lasciati in natura, continuano a vivere insieme in Canada, con Andrew Simpson: “Abbiamo lavorato per assicurarci che avessero una buona vita”. (ANSA).

   

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