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Dopesick, Keaton medico nell'epidemia degli oppioidi

ROMA – Consigli d’amministrazione in cui si pensa solo a aumentare il dosaggio delle pillole per incassare di più; medici di famiglia in buona e cattiva fede, convinti di fare il bene dei propri pazienti o ‘arruolati’ a colpi di regali e congressi in grandi alberghi; un mare di pazienti di tutte le età (anche adolescenti) affetti da diversi tipi di dolore cronico e non, che si ritrovano a combattere la dipendenza, e agenti federali davanti alla difficoltà di contrastare la diffusione di una ‘droga’ a disposizione in farmacia su ricetta. Sono fra le tessere del puzzle composto da Dopesick – Dichiarazione di dipendenza, la serie drama del due volte premio Emmy Danny Strong (Empire, Recount, Game Change) con Michael Keaton (anche coproduttore esecutivo), Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg, Will Poulter, Kaitlyn Dever e Rosario Dawson che esplora la nascita dell’epidemia di farmaci oppioidi negli Usa, causa da fine anni’ 90 al 2020 di oltre 600 mila vittime.

Il racconto in otto puntate, al debutto il 12 novembre, in occasione del Disney+ Day, sulla piattaforma streaming, è tratto dal libro inchiesta bestseller di Beth Macy Dopesick: Dealers, Doctors, and the Drug Company That Addicted America. L’obiettivo è puntato sul ruolo centrale avuto in quella che è diventata un’emergenza nazionale da una delle grandi case farmaceutiche statunitensi, la Purdue Pharma della famiglia mulitimilionaria Sackler. L’amministratore delegato, Richard Sackler (Stuhlbarg), sotto la pressione della necessità di nuovi sostanziosi introiti per l’azienda, nel 1996 decide di diffondere sul mercato, in modo capillare tra ospedali, farmacie e medici di famiglia, l’oppioide Oxycontin (ossicodone) con una campagna di marketing molto aggressiva nella quale si sosteneva che fosse un ‘farmaco miracoloso’ per la durata dell’efficacia e il rischio minimo (sostenevano meno dell’1%) di causare dipendenza rispetto agli altri oppioidi. Affermazioni basate su studi ‘addomesticati’ e poi smentite drammaticamente dai fatti, fra aumento esponenziale in pochi anni di overdosi, crimini violenti, famiglie distrutte, prostituzione di minori e bambini dati in affidamento. Ne è scaturita una valanga di cause civili, oltre che inchieste penali contro la casa farmaceutica (andata in bancarotta) e i Sackler. Un percorso che ha portato quest’anno la famiglia a un patteggiamento da 4, 5 miliardi di dollari, per risarcire le vittime in 10 anni. Un accordo controverso perché ‘salverebbe’ i Sackler (i quali hanno sempre negato ogni responsabilità diretta) da eventuali nuove cause e rischi giudiziari.

La serie, che ha fra i registi anche Barry Levinson, mescola il quadro sociale (aggravato negli anni dalla diffusione anche di altri oppioidi come il Fentanyl) , con le storie personali, tratte o ispirate spesso da personaggi reali. Dal riservato e inquieto Richard Sackler, convinto di poter rendere l’Oxycontin “il farmaco più potente al mondo”, a uno dei tanti medici volenterosi e onesti che cade, sotto più piani, nella trappola dell’oppioide come Samuel Finnix (Keaton), dottore in una cittadina di minatori della Pennsylvania (uno degli stati più ‘bersagliati’ dalla Purdue, per l’alta percentuale di lavoratori in attività usuranti, quindi più soggetti a infortuni, come anche il Maine e il Kentucky). Dai rappresentanti farmaceutici Billy Cutler (Poulter) e Amber (Phillipa Soo), pronti a tutto pur di diffondere in ogni modo l’Oxycontin, per vincere i sempre più ricchi bonus della Purdue, a Betsy (Kaitlyn Dever), giovane minatrice e paziente di Finnix, con il sogno di un futuro migliore altrove (per vivere apertamente anche la sua omosessualità), che a causa dell’ossicodone inizia a perdere tutto. O i procuratori ed agenti federali decisi ad indagare, come Rick Mountcastle (Sarsgaard), Randy Ramseyer (Hoogenakker) e Bridget Meyer (Dawson) convinti sia in corso ‘il Ground zero di una tragedia nazionale’. “Il mio obiettivo è quello dare alla Purdue e ai Sackler il processo che non hanno mai avuto – ha spiegato Danny Strong a The Guardian -. Quando le persone vedranno il comportamento criminale (di questa azienda), così eclatante e scioccante, capiranno come tutto sia potuto accadere e allo stesso tempo si renderanno conto che che le istituzioni con il compito di proteggere il pubblico da questa rete criminale hanno fallito. E non hanno fallito per caso”.

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