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Zaki per la prima volta in Tribunale dal 7 marzo

 “Oggi si è tenuta un’udienza davanti al Tribunale penale e per la prima volta dal 7 marzo, Patrick ha partecipato alla sua stessa udienza”. E’ quanto si legge sulla pagina Facebook ‘Patrick Libero’, tenuta dagli attivisti che si battono per la causa di Patrck Zaki il ricercatore egiziano 27enne che studia all’Universita’ di Bologna, arrestato e detenuto nel carcere di Tora. “Per la prima volta dal 7 marzo – si legge – Patrick è stato trasferito oggi alla sua udienza per il rinnovo della detenzione davanti al Tribunale penale. Gli è stato permesso di comparire davanti ai giudici in presenza dei suoi avvocati. La decisione del tribunale sarà annunciata domani, e fino ad allora non abbiamo indicazioni su ciò che sarà il risultato dell’udienza”.

Quello del trasferimento di Zaki in Tribunale, viene scritto dagli attivisti che seguono la sua vicenda. “oggi è stato di per sé un buon passo in quanto finalmente i suoi avvocati hanno potuto vederlo, anche se molto brevemente, in quanto non era stato visto dalla sua famiglia o dai suoi avvocati dopo la sospensione delle visite in carcere e il trasferimento alle udienze rispettivamente dal 10 e dal 7 marzo. I suoi avvocati – viene raccontato sul social network – ci hanno informato che sembra essere in buona salute, e speriamo che presto potremo avere altre notizie da lui”. Dallo scorso 7 marzo, viene osservato, le udienze del ricercatore egiziano “sono state rinviate o la sua detenzione è stata rinnovata senza la sua presenza, né la presenza dei suoi avvocati in alcuni casi, il che significa che ha trascorso gli ultimi quattro mesi in carcere sulla base di processi legalmente non conformi alla legge, rendendo il suo ordine di detenzione legalmente nullo durante quel periodo in avanti”. Quindi, concludono gli attivisti, “ci auguriamo che l’ordinanza del Tribunale che sarà annunciata domani rilasci Patrick Zaki e metta fine a questo lungo periodo di detenzione ingiusta e di irregolarità legali, e soprattutto gli restituisca un po’ della sua libertà e ponga fine alle sofferenze della sua famiglia.#PatrickLibero”. (ANSA).

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