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Tornano senza casa le ceneri di Dorothy Parker

Tornano senza casa le ceneri di Dorothy Parker: interrata in un giardino nella sede della Naacp a Baltimora, l’urna che contiene i resti della scrittrice rischia lo sfratto quando la storica associazione “per l’avanzamento della gente di colore” trasferirà a Washington il suo quartier generale.

Celebre per i saggi, i racconti e le poesie pubblicate su riviste come il ‘New Yorker’, ‘Vanity Fair’ e ‘Vogue’ al pari dell’umorismo caustico e i “tre martini lunch” con altri intellettuali all’albergo Algonquin vicino a Times Square, la Parker è morta nel 1967 senza eredi lasciando tutti i suoi averi e i diritti d’autore a Martin Luther King e, in caso di morte del padre dei diritti civili, alla Naacp.

Dorothy Parker era ebrea e King, che non la conobbe mai di persona, fu toccato dal lascito: “Una delle letterate più importanti d’America – disse allora – è rimasta toccata dal nostro movimento al punto da lasciarci tutto quel che aveva”. Pur avendo composto un epitaffio (“Scusate la polvere”), la Parker non lasciò invece istruzioni su cosa fare dei suoi resti.

Dopo essere rimaste per sei anni presso un’impresa di pompe funebri, le ceneri della scrittrice furono spedite nel 1973 a Paul O’Dwyer, l’avvocato della scrittrice e all’esecutrice testamentaria della Parker, Lillian Hellman, e rimasero per altri 15 anni chiusi in uno schedario. Solo nel 1988 l’allora capo della Naacp, Benjamin Hooks, venuto a sapere che la scrittrice non aveva ancora una ultima dimora, decise di recuperare l’urna e interrarla nel giardino della sede dell’organizzazione a Baltimora sotto una targa celebrativa dell’amicizia tra neri e ebrei. Ora però le ceneri rischiano di restare senza casa. “Non è in programma di trasferirle a Washington. La decisione spetta alla famiglia”, ha detto Aba Blankson a nome dell’organizzazione che di recente ha preso contatti con alcuni lontani parenti.

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Tutte le ipotesi sono a questo punto aperte: “Sarebbe terribile farne di nuovo una nomade”, ha detto al New York Times J. Howard Henderson, che sovrintese al trasferimento a Baltimora delle ceneri. “Dorothy ha sempre avuto problemi di abbandono”, ha commentato con il giornale Francine Gordon, una fan della Florida riferendosi ai tre matrimoni della scrittrice, due dei quali con lo stesso uomo. Secondo la Gordon, se proprio dovesse essere spostata, c’e’ solo un posto per l’eterno riposo della Parker: la lobby dell’hotel Algonquin vicino a Times Square dove la scrittrice e i suoi amici tenevano banco negli anni Venti ritrovandosi ogni giorno per pranzo. 

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