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Unione Europea

Ore decisive per la trattativa. Orban:'A fianco dell'Italia'

La terza giornata di trattative al vertice Ue sul Recovery Fund e il bilancio Ue per il 2021-2027 si apre con un incontro ristretto tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Emmanuel Macron e la presidente della Comissione Ue Ursula von der Leyen. I quattro sono stati i primi a giungere alla sede del Consiglio Ue questa mattina per fare il punto della situazione in vista della ripresa vera e propria del summit fissata per le 12. Una foto del colloquio è stata postata su Twitter dal portavoce di Michel, Barend Leyts. A seguire secondo fonti italiane,  è in corso negli uffici della delegazione tedesca al Consiglio europeo un incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Giuseppe Conte, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

“Sappiamo tutti che la situazione economica è drammatica. C’è grandissima preoccupazione per il futuro, e stiamo negoziando” sul Bilancio Ue 2021-2027 ed il Recovery Fund “sotto la pressione che l’intesa sia un ‘must'”. Così il premier ungherese, Viktor Orban, stamani in una conferenza stampa, a Bruxelles. “Quando abbiamo iniziato il vertice le questioni aperte erano diverse dozzine, ma ora ne sono rimaste solo quattro. E penso che ci siano buone possibilità di raggiungere un accordo“, ha aggiunto.  “L’Olanda vorrebbe creare un meccanismo per controllare la spesa dei Paesi del Sud” dal Recovery Fund. “Sostanzialmente è una disputa tra italiani e olandesi. Noi siamo dalla parte dell’Italia”.  “Bisogna dare i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche – ha aggiunto -. Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”.

 Un accordo “è possibile”, anche se “ci sono ancora grandi questioni” aperte: lo ha detto il premier Mark Rutte nella notte, parlando alla stampa olandese. Tra i punti ancora da chiarire “lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates”. Rutte ha parlato di “alcuni progressi” sul fronte governance, “ma ancora non ci siamo”, e aperta resta anche la discussione sul bilancio 2021-2027.

E’ “ancora possibile” che non vi sia “nessun accordo” al vertice europeo. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al summit. “C’è molta buona volontà ma anche molte posizioni diverse – ha detto -, farò ogni sforzo ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati”. “Oggi stiamo entrando nel terzo giorno di negoziati ed è sicuramente quello decisivo” per avere un esito, ha aggiunto la cancelliera tedesca.

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 “Ci siamo mossi nella giusta direzione, ma c’è ancora molta strada da fare domani”. Lo ha scritto nella notte su Twitter il cancelliere austriaco Sebastian Kurz dopo la seconda giornata di negoziati tra i leader Ue sul Recovery Fund e il bilancio per il 2021-2027.

“Bisogna trovare dei buon compromessi nelle prossime ore e credo che sia ancora possibile, ma questi compromessi non si possono fare a spese dell’ambizione europea”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron entrando al palazzo del Consiglio europeo nella terza giornata del summit Ue. In un tweet Macron aggiunge: Collaboriamo con la cancelliera Merkel per un piano di ripresa senza precedenti, a livello della crisi che stiamo attraversando, all’altezza delle sfide per l’occupazione, il clima, la nostra sovranità e i valori dell’Europa”.

Questa UE tradisce il sogno dei nostri padri, è solo una banca d’affari dove pochi ci guadagnano e molti ci rimettono, l’Italia prima di tutti. Abbiamo pagato più di 200 miliardi per avere indietro poco o niente, mentre altri corrono: la Gran Bretagna ad esempio (senza aspettare Bruxelles) ha dato da 10.000 a 25.000 sterline a fondo perduto ad ogni negozio, impresa, ristorante e albergo. Senza contare che, sull’immigrazione, l’Italia è tornata ad essere il “campo profughi” di tutta Europa. Che senso ha continuare a pagare per farsi ricattare e prendere in giro?”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

La giornata di ieri a Bruxelles

 “Oggi proseguiremo perché dobbiamo fare di tutto per chiudere. Rimandare questa partita non giova a nessuno” in Ue. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Nulla di fatto? “Assolutamente sì: la partita è ancora aperta. Ci sono punti specifici su cui stiamo discutendo anche animatamente”. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Il confronto a tratti è “anche duro”.”Siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti.Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l’Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia: le economie sono integrate”. I leader si riuniranno di nuovo domenica a mezzogiorno. Lo scrive il portavoce di Charles Michel su Twitter.

Non è bastata una conversazione notturna, al bar dell’albergo, con Angela Merkel ed Emmanuel Macron. E neanche il vertice mattutino a cinque, presenti Pedro Sanchez e soprattutto Mark Rutte. Giuseppe Conte non riesce ad abbattere, nel negoziato europeo, il muro alzato dal primo ministro olandese, spalleggiato dal manipolo di Paesi frugali (Austria, Danimarca, Svezia, più la Finlandia). Non può accettare che, come Rutte pretende, un singolo Stato abbia il potere di bloccare l’erogazione dei fondi a un Paese che non attui le riforme. Perciò, per evitare che si acceleri verso un’intesa penalizzante l’Italia, decide di mettere sul tavolo tutte le sue armi. Dichiara di non essere disposto a rinunciare neanche a un euro, perché il negoziato è “molto importante per l’interesse degli italiani, ma anche degli europei”. E mette in discussione, nel bilancio pluriennale, l’aumento dei rebates, sconti cui L’Aja tiene molto e che nelle ultime proposte di mediazione sono addirittura aumentati. Oltre a lanciare un avvertimento, con un intervento che fonti italiane definiscono “molto duro”, davanti ai 26 colleghi europei: da lunedì bisognerà occuparsi di chi fa “dumping fiscale”, come l’Olanda, o “surplus commerciali”, come anche la Germania. Rutte chiede a Roma la riforma delle pensioni, a partire da quota 100, e del mercato del lavoro. “Noi – ribatte Conte – abbiamo deciso di affrontare, di nostra iniziativa, un percorso di riforme che ci consentano di correre ma pretenderemo una seria politica fiscale comune, per competere ad armi pari”.

Il Governo italiano ha avanzato una proposta per modificare il meccanismo che può bloccare l’erogazione in fase di attuazione dei fondi del Recovery fund. La proposta, spiegano fonti italiane, prevede che le decisioni vengano prese “a maggioranza qualificata e non all’unanimità”. Dall’inizio il premier Giuseppe Conte si è opposto alla richiesta di Mark Rutte di prendere le decisioni sui piani di riforma nazionali, in Consiglio europeo, all’unanimità.

Che il confronto con i paesi frugali sia duro l’ammette lo stesso premier Conte con un aggiornamento video in diretta da Facebook.

L’AGGIORNAMENTO DI CONTE DA BRUXELLES

IL PIANO DI MICHEL  Oltre alle riduzioni delle sovvenzioni a fondo perduto, la proposta propone di dare ‘rebates’ (rimborsi)  più alti, di approvare una chiave di distribuzione modificata dei finanziamenti europei (60% dei fondi distribuiti in base a Pil e disoccupazione degli ultimi 5 anni, e il 40% in base al calo della crescita solo dell’ultimo anno) e l’introduzione di un ‘freno di emergenza’ sulla governance, con la possibilità per i Paesi di bloccare l’esborso dei fondi e chiedere l’intervento del Consiglio. Nella nuova proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel  vengono aumentati i ‘rebate’, cioè i rimborsi (meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio) per Svezia, Danimarca e Austria. Si apprende a Bruxelles. Svezia e Danimarca ottengono 25 milioni in più rispetto alla precedente proposta, passando rispettivamente da 798 a 823 milioni, e da 197 a 222 milioni. All’Austria vanno 50 milioni in più, passando da 237 a 287 milioni. Risultano invariati invece i rebate per Germania e Olanda, rispetto alla proposta precedente di Michel. L’Italia però continua a difendere la centralità del ruolo della Commissione europea. “La proposta sulla governance presentata da Michel è un passo nella giusta direzione”: così fonti diplomatiche olandesi commentano il nuovo pacchetto sul tavolo del vertice Ue. Ma sottolineano come si tratti di un pacchetto, “e ci sono molte cose ancora da risolvere. Se ci riusciamo dipenderà dalle prossime 24 ore”.

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