Il gruppo Unipol batte i target del piano triennale ‘Mission evolve’, generando utili, staccando dividendi e mantenendo un livello di solidità patrimoniale superiore a quelli promessi al mercato. Al risultato hanno contribuito i conti del 2021 appena approvati, che hanno visto il gruppo guidato da Carlo Cimbri realizzare un utile di 796 milioni di euro (seppure in flessione rispetto agli 864 milioni di un 2020 straordinario per effetto del crollo dei sinistri legato al lockdown), proporre una cedola di 0,3 euro (+7,1%), raccogliere 13,3 miliardi di premi (+9,2%) e mantenere un indice solvency ratio al 216%.
Nel triennio il gruppo ha realizzato utili consolidati cumulati per 2.326 milioni, staccato dividendi per 617 milioni e raggiunto un solvency ratio del 216%. Le previsioni erano di 2 miliardi di utili, 600 milioni di dividendi e di un solvency ratio compreso tra il 140 e il 160%, a fronte di una banda di oscillazione effettiva, negli ultimi tre anni, del 153%-216%.
Stesso discorso per la controllata UnipolSai che nel triennio ha generato utili per 2.231 milioni, contro i 2 miliardi messi a piano, erogato dividendi per 1.528 milioni, a fronte degli 1,3 miliardi attesi, e mantenuto un solvency ratio tra il 200 e il 290%, contro un range del 170-200%. Il 2021 ha generato 723 milioni di utili, in calo dagli 853 milioni del 2020, con un dividendo stabile a 0,19 euro ad azione, una raccolta salita del 9,2% a a 13,3 miliardi, e un indice solvency ratio salito dal 281% al 286%.
Nel danni la raccolta è cresciuta dello 0,8% a 7,9 miliardi mentre nel vita del 24,4% a 5,4 miliardi, grazie alla spinta del canale bancassicurativo dove la controllata Arca Vita un +112,6% a 2,42 miliardi, beneficiando dell’ampliamento della rete di Bper Banca a seguito dell’acquisizione degli sportelli di Ubi.
La tenuta della raccolta nel danni è stata resa possibile dai “buoni risultati” dal comparto non auto, che hanno assorbito il calo del 3,7% a 3,84 miliardi dell’auto, penalizzata “dalla discesa del premio medio” in un mercato “molto concorrenziale”.
L’utile ante imposte danni è sceso da 1,1 miliardi a 821 milioni, mentre nel vita è triplicato, da 71 a 213 milioni.