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Pechino in allerta per Omicron in vista delle Olimpiadi

I funzionari di Pechino sono in allerta a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi invernali a causa del primo focolaio locale con due casi accertati della variante Omicron in Cina segnalati ieri nella vicina Tianjin e altri due contagi collegati e annunciati oggi ad Anyang, nell’Henan. Il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino ha consigliato ai residenti della capitale di non visitare Tianjin e a quelli di quest’ultima di evitare di recarsi a Pechino, chiedendo ai pendolari tra le due città di lavorare da casa. Da ieri sera, i biglietti dei treni tra le due città non erano più acquistabili online. 

Il Centro ha anche ordinato alle persone arrivate a Pechino da Tianjin dal 23 dicembre di presentarsi alle comunità residenziali, ai datori di lavoro o agli hotel per il monitoraggio sanitario e i test Covid. Per quanti arrivati da aree ad alto rischio di Tianjin, invece, la disposizione è quella dell’autoisolamento a casa. Pechino e Tianjin sono strettamente collegate, distanti circa 150 chilometri: secondo il Global Times, circa 100.000 persone si spostano regolarmente ogni giorno tra le due città per motivi di lavoro in base ai dati del 2020.

I funzionari di Tianjin hanno convocato una riunione video all’una di notte di domenica per mostrare la determinazione per contenere il focolaio: la città ha riportato almeno 40 casi positivi durante il fine settimana, inclusi 24 bambini, anche se le autorità sanitarie devono confermare se sono stati tutti infettati da Omicron. Finora, sono 29 le comunità residenziali sotto stretto isolamento e ai solo residenti è stato ordinato di non lasciare la città se non strettamente necessario e previo test Covid negativo fatto entro 48 ore.

Li Hongzhong, il capo del Partito comunista di Tianjin, ha promesso di adottare “misure risolutive” per “ogni sforzo possibile per bloccare i canali di trasmissione” e fortificare il ruolo di Tianjin come “fossato” a tutela della capitale. Alle organizzazioni di partito e governative, alle aziende statali e alle istituzioni pubbliche è stato ordinato di assumere la guida nel mantenere i propri dipendenti fermi a Tianjin, mentre sono stati istituiti posti di blocco all’aeroporto, alle autostrade, alle stazioni ferroviarie e ai porti.

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Tutti i centri di tutoraggio, asili nido e centri di formazione professionale sono stati chiusi, mentre università e college hanno sigillato i loro campus. Tianjin è una delle città portuali più importanti della Cina ed è una delle quattro municipalità con lo status provinciale direttamente sotto l’amministrazione del governo centrale, insieme a Pechino, Shanghai e Chongqing.  

Le autorità di Tianjin hanno concluso oggi in 48 ore circa i test anti-Covid per i suoi 14 milioni di residenti dopo il focolaio di Covid emerso nel weekend coi primi due casi in Cina di variante Omicron trasmessa localmente, disponendo la quarantena per 76.000 persone, secondo i media locali. Malgrado la cancellazione di voli e collegamenti di autobus, la città portuale non è sottoposta a un lockdown totale che confina tutti i residenti nelle loro case, come deciso il mese scorso per Xi’an, il capoluogo dello Shaanxi, provocando proteste rabbiose per la carenza di cibo e gli ostacoli all’accesso per garantirsi le cure mediche.

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