
(ANSA) – ROMA, 18 DIC –
Una donna “che non si sentiva per niente a suo agio nei panni di imperatrice. Noi la raccontiamo nella sua battaglia per rimanere se stessa, una dimensione da far convivere con l’importante ruolo nel quale era stata spinta. Sissi lotta contro una vita da predestinata, scritta da altri per lei”. E’ lo sguardo moderno, spiega nell’incontro con la stampa internazionale la carismatica protagonista Dominique Devenport, che caratterizza Sissi, la serie evento diretta da Sven Bohse, già venduta in 120 Paesi, in onda dal 28 dicembre in prima serata su Canale 5 per tre appuntamenti in prima visione esclusiva e assoluta, e in contemporanea con l’emittente tedesca Rtl (anche produttrice con Beta Film). Un ritratto originale e attuale della baronessa Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, detta Sissi, o meglio Sisi (nata nel 1837 e uccisa nel 1898 dall’anarchico Luigi Licheni), diventata come moglie dell’imperatore d’Austria Franz Joseph imperatrice e regina d’Ungheria, di Boemia e di Croazia. Una donna indipendente e complessa, più volte raccontata, sin dal 1920, sul grande e piccolo schermo (l’immaginario collettivo è legato soprattutto ai film romantici degli anni ’50 per l’interpretazione iconica di Romy Schneider), che univa aspetti di grande forza e fragilità accresciuti da lutti e tragedie famigliari. ‘Sissi’ già rinnovata per una seconda stagione, è reduce dall’anteprima sul canale tedesco in streaming Rtl+ dove ha registrato numeri da record. Il racconto, scandito da un ritmo sostenuto, grazie anche a un tocco action e di war movie, punta su un approccio intimo ai personaggi e una parte di sensualità (sin dalla scena d’apertura). Nella prima stagione si parte con l’incontro della giovane Sissi, adolescente anticonformista e brillante, cresciuta con la famiglia lontano dalla rigida etichetta di corte viennese, con Franz (interpretato da un ugualmente convincente Jannik Schumann), educato all’arte della guerra e del potere fin da bambino, abituato a nascondere ogni emozione, e termina con Sissi che ha preso coscienza del anche del suo ruolo politico come imperatrice. Classe 1996, la svizzero-americana Dominique Devenport ha partecipato mentre ancora frequentava l’ultimo anno di accademia di recitazione, a un casting che ha coinvolto almeno 50 attrici. “Non potevo crederci quando mi hanno detto che sarei stata io a interpretarla. Ero sopraffatta ed esaltata da una tale chance”, racconta. Ma la cosa che davvero l’ha conquistata da subito di questo progetto, sottolinea sicura la giovane attrice, “è che non c’era nessun desiderio di fare una copia moderna dei film con Romy Schneider. Quelli sono classici e lo rimarranno sempre. Sono felice che la nostra versione possa coesistere con quella, proprio perché sono forme di racconto molto diverse. I film erano molto legati anche all’immagine della donna che si aveva negli anni ’50. Noi andiamo a fondo nel racconto dell’umanità di Sissi, in una forma che rispecchia la società di oggi . Nella serie il personaggio ha punti di forza e di debolezza, si arrabbia, prende decisioni impulsive, tutte cose che faccio anch’io”. Come in altri progetti simili, da The Crown a Bridgerton, passando per Spencer, i personaggi storici sono riletti in una chiave molto personale: “Sissi non è un documentario, è una storia di finzione nella quale reinterpretiamo la sua storia – dice la giovane attrice -. La sfida più grande è stata trovare uno spazio che fosse mio nel ruolo. Per farlo la mia preparazione si è basata innanzitutto sullo studiare ogni aspetto della sua storia, ho cercato costantemente informazioni su di lei”. Un lavoro, racconta, che l’ha fatta sentire “sempre più vicina a questa donna e icona, alle sue battaglie interiori in un percorso di vita impressionante. Ho usato tutte queste nozioni per creare una mia versione, una personalità che permettesse di raccontare la nostra storia ma rendesse anche un omaggio alla vera Sissi”. Si ferma e sorride: “Dopo che l’avevo interpretata una mia amica mi ha detto di trovarmi più romantica… non so se sia vero”.
