BRUXELLES – Nel nuovo rapporto annuale dell’Ufficio Ue antifrode (Olaf), l’Italia resta quarta nell’Unione per numero di irregolarità nella gestione dei fondi Ue 2015-2019. Con un numero di casi di frodi rilevate dalle autorità nazionali pari a 4.415, è al quarto posto dopo Spagna (11.029), Polonia (5.017) e Romania (4.968). I casi italiani hanno un impatto finanziario dell’1,22% sul totale dei fondi Ue ricevuti dal Paese, percentuale più bassa rispetto alla media Ue (1,91%).
L’Italia risale un posto in classifica però, arrivando terza, quando si guarda al numero di indagini concluse dall’Olaf, con raccomandazioni di recupero dei fondi: sono 22 casi, dopo i 43 dell’Ungheria e i 40 della Romania. Bene la risposta delle autorità giudiziarie italiane, che hanno dato seguito al 62% dei casi segnalati dall’Olaf, contro una media europea ferma ad appena il 39%.
