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Il costo umano dell’incitamento in classe

Il 7 ottobre, giorno dello Shabbat ebraico e della festa annuale di Simchat Torah, migliaia di terroristi di Hamas hanno violato il confine della Striscia di Gaza con Israele e hanno perpetrato il più grande massacro di ebrei in un solo giorno dopo l’Olocausto.scrive Marcus Sheff, direttore generale dell’Istituto per il monitoraggio della pace e della tolleranza culturale nell’educazione scolastica.

I terroristi di Hamas hanno impiegato tattiche simili a quelle dell’ISIS, andando di casa in casa, prendendo i bambini dalle braccia delle madri e giustiziandoli, rapendo vecchi e giovani e portandoli verso destini che non possiamo nemmeno immaginare. I giovani che partecipavano a un festival musicale sono stati falciati, violentati e i loro corpi mutilati e fatti sfilare a Gaza. Si dice che 150 civili siano stati presi in ostaggio nella Striscia di Gaza, compresi cittadini americani ed europei.

L’intelligence israeliana sembra essere stata altrettanto sorpresa, non aspettandosi l’attacco, nonostante gli avvertimenti ricevuti in anticipo. Noi dell’Istituto per il Monitoraggio della Pace e della Tolleranza nell’Educazione Scolastica (IMPACT-se), tuttavia, eravamo tutt’altro che sorpresi, avendo visto le scritte sul muro e avvertito ampiamente del pericolo di incitamento derivante dai programmi scolastici palestinesi.

I libri di testo palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza hanno indottrinato per anni la società palestinese all’odio, incitando generazioni di bambini palestinesi a forme estreme di violenza. Non stiamo parlando di sfumature o di interpretazioni; piuttosto, di semplici esempi in bianco e nero di materiale insegnato a scuola che incoraggia le forme più violente di azione contro gli ebrei. Quello che abbiamo visto sabato è il risultato inevitabile di anni di indottrinamento in un programma di studi violento e pieno di odio, scritto e insegnato da insegnanti finanziati dalla comunità internazionale.

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I libri di testo giocano un ruolo fondamentale nella formazione culturale dei bambini e dettano la natura delle nostre società del futuro, nel bene e purtroppo nel male. Da anni IMPACT-se richiama l’attenzione della comunità internazionale sulla realtà che le scuole di Gaza e della Cisgiordania(comprese quelle gestite dall’agenzia delle Nazioni Unite UNRWA) insegnano ai bambini che la Jihad, o il sacrificio nella guerra santa contro Israele, è un obbligo e qualcosa da ammirare.

Gli ebrei e gli israeliani sono inoltre dipinti come persone che devono essere completamente sradicate. E non attraverso mezzi politici. Vengono piuttosto incoraggiate le tattiche più violente, alcune delle quali sono state impiegate direttamente nel fatidico sabato che ha visto quasi 1.500 israeliani massacrati dai violenti terroristi di Hamas. Tra queste si possono annoverare i libri di testo che incoraggiano a sgozzare gli “infedeli ebrei”, a immolare gli ebrei, che in alcuni libri di testo vengono orribilmente rappresentati agli studenti come un barbecue, e a uccidere gli ebrei con ogni mezzo possibile; in più di un libro di testo, gli ebrei morti vengono utilizzati come metodo appropriato per insegnare la matematica.

IMPACT-se ha lanciato l’allarme più e più volte, chiedendo di cambiare l’insegnamento dell’odio a 1,3 milioni di studenti palestinesi. Negli ultimi anni il Parlamento europeo ha preso posizione contro la violenza e l’incitamento nei libri di testo palestinesi, emettendo una condanna dopo l’altra. Il commissario per il vicinato dell’Unione Europea Olivér Várhelyi è stato chiarissimo nell’opporsi al finanziamento dell’UE per l’insegnamento dell’odio ai bambini palestinesi.

Gli Stati membri europei non sono stati abbastanza fermi nelle loro posizioni. Questi Stati donatori devono affermare con forza che l’incitamento alla violenza e l’incoraggiamento all’omicidio degli ebrei non trovano assolutamente posto nelle aule scolastiche finanziate dall’UE o dalle Nazioni Unite (o in qualsiasi altra aula, se è per questo). Invece, hanno scelto di commissionare un rapporto profondamente sbagliato che permette loro di continuare a versare i soldi delle loro tasse in un sistema educativo che porta al massacro degli ebrei.

Mentre il commissario di vicinato dell’Unione Europea Olivér Várhelyi ha coraggiosamente preso una posizione ferma sulla questione, annunciando un congelamento dei fondi, molti Stati donatori, tra cui Francia, Irlanda, Spagna e Lussemburgo, hanno invece espresso preoccupazione per il congelamento dei finanziamenti di quella che è un’educazione leale. Nonostante gli esempi di cui abbiamo dato notizia per anni si siano manifestati sabato scorso in bianco e nero, molti funzionari dell’UE continuano a ignorare il problema.

1.500 israeliani hanno pagato il prezzo più alto per l’inazione. Fermiamo il prossimo massacro di ebrei dicendo no, forte e chiaro, all’indottrinamento all’odio finanziato dall’UE e agendo perché ciò accada. Abbiamo tutte le prove necessarie. Le parole e le condanne non sono più sufficienti.

Marcus Sheff è amministratore delegato dell’Istituto per il monitoraggio della pace e della tolleranza culturale nell’istruzione scolastica (IMPACT-se).

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