
(ANSA) – TEL AVIV, 03 FEB – Il mondo politico israeliano è in
fermento dopo le rivelazioni di una rete televisiva secondo cui
la polizia avrebbe fatto ricorso ad un imprecisato tipo di
spyware per raccogliere informazioni (senza alcuna
autorizzazione giudiziaria) dal telefono cellulare di una
persona coinvolta nelle indagini su Benyamin Netanyahu, che è
attualmente sotto processo a Gerusalemme per corruzione e frode.
La scorsa notte Netanyahu ha subito rilanciato su Facebook il
parere dell’ex ministro della giustizia Yariv Levin (Likud) che
ha accostato questo sviluppo allo scandalo Watergate e che ha
invocato la immediata chiusura del processo.
La vicenda è iniziata due settimane fa quando il giornale
Calcalist ha rivelato che la polizia ha fatto un uso illegale
contro privati cittadini del controverso spyware Pegasus della
israeliana Nso. Dopo una prima smentita, ieri la polizia ha
ammesso che possono essersi verificate alcune eccezioni, ora
sotto verifica. Una ipotesi è che fra i telefoni attaccati possa
esserci quello di un funzionario che sta per deporre al processo
di Netanyahu. Sul web i suoi sostenitori chiedono che si faccia
luce sul sospetto che le indagini sull’ex premier siano stato
condotte anche con metodi illeciti. (ANSA).
