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Spaziante e Vanni, Il calcio ha perso

MATTEO SPAZIANTE/FRANCO VANNI, IL CALCIO HA PERSO. VINCITORI E VINTI NEL MONDO DEL PALLONE. (Mondadori, pp.216, 18,50 euro). Com’è nata, e subito naufragata, l’idea della Superlega? Perché le società di Serie A, indebitate per oltre 5 miliardi di euro, continuano a pagare ai calciatori stipendi milionari che non possono permettersi? Sono queste alcune delle domande a cui i giornalisti Matteo Spaziante e Franco Vanni cercano di dare risposte in “Il calcio ha perso. Vincitori e vinti nel mondo del pallone”, edito da Mondadori e uscito in libreria in questi scorsi. Un lungo viaggio tra le storture del sistema calcio italiano e non solo, un settore che ha vissuto negli ultimi anni al di sopra delle proprie possibilità, con il Covid a rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso a livello economico.
    La crisi nasce da lontano, ma porta effetti importanti nei giorni d’oggi. A farne le spese sempre più sono i tifosi, chiamati a mantenere il carrozzone tra abbonamenti alle pay tv (oggi in streaming) e biglietti allo stadio sempre più costosi, venendo tuttavia tenuti sempre più ai margini. Il tutto in un sistema che si regge sui pagherò, sul buon cuore di qualche ricco mecenate e su dinamiche geopolitiche che nulla hanno a che fare con lo sport.
    “A mettersi in tasca i soldi dei tifosi è un’élite di giocatori che, salvo rari casi, si sono guardati bene dall’adeguare i propri compensi alla crisi pandemica, insieme ai loro potenti procuratori, veri signori del calcio moderno”, spiegano gli autori. Che nel loro viaggio passano dai conti pericolanti dei club fino alle manie di grandezza dei dirigenti rappresentate da Superlega, nuova Champions League e Mondiali biennali, passando anche per raccontare le storie incrociate di Serie A e Premier League, che si sono scambiate i ruoli negli ultimi 30 anni, con il campionato italiano che ha visto la sua parabola calare dal top al flop mentre quello inglese fare il percorso inverso.
    Un libro che rappresenta anche un modo per cercare di mettere un punto verso il futuro: il racconto riguarda come il calcio sia stato gestito negli ultimi anni, con la speranza che il mondo del pallone riesca a riformarsi per rimanere lo sport più seguito, allontanando il pericolo che le nuove generazioni seguano altro (come gli eSports, altro tema trattato nel volume). I due autori cercano le risposte nei numeri, nelle storie e nelle parole dei protagonisti. Dedicando questo libro ai tifosi che guardano le partite, che vanno allo stadio e trasmettono la passione ai propri figli. “A chi, nonostante tutto, ci crede ancora”. (ANSA).
   

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