
Il primo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato dalle 15 in poi senza intesa tra i partiti e con l’unica certezza, salvo sorprese, che nelle urne finiranno molte schede bianche.
“La Lega voterà scheda bianca”. È l’indicazione emersa durante la riunione con Matteo Salvini alla Camera. “Confermeremo di essere seri e responsabili” ha detto il leader del partito. Intanto, tra i partiti continuano i confronti e gli incontri. In mattinata, secondo quanto si è appreso, il premier Draghi si sarebbe visto con Salvini che nel primo pomeriggio dovrebbe avere un faccia a faccia con il segretario del Pd Enrico Letta.
Oggi il quorum dei 2/3 per far scattare l’elezione del presidente della Repubblica è di 672 voti (i 2/3 dei componenti del Parlamento in seduta integrato dai delegati delle regioni). Il numero tiene conto della morte del deputato Vincenzo Fasano. Il successore di Fasano nel seggio a Montecitorio, cioè la forzista Rossella Sessa, verrà proclamato domani in Aula, dopo un passaggio in Giunta per le elezioni.
“Ieri l’assemblea M5s, che è il numero piu consistente, ha convenuto diffusamente che l’obiettivo è preservare la continuità dell’azione di governo perché non possiamo trascurare che ci sono famiglie, imprese, cittadini che ci guardano e non possono pensare che prima ci fermiamo per il Quirinale e poi per un nuovo governo” dichiara Giuseppe Conte entrando alla Camera per il vertice con Pd e Leu. “Il nostro primo obiettivo, non è il patto di legislatura ma un patto per i cittadini”. “Noi non poniamo veti su nessuno, abbiamo alzato l’asticella, vogliamo una personalità di alto profilo, compatibile coi valori del Movimento”.
Il presidente della Camera, Roberto Fico, durante lo spoglio delle schede per l’elezione del Capo dello Stato leggerà solo il cognome del votato ove la scheda rechi solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia comunque univocamente individuabile il soggetto cui è attribuito il voto. Leggerà nome e cognome soltanto nel caso in cui entrambi siano riportati nella scheda e la lettura del solo cognome non consenta l’univoca attribuzione del voto. Lo ha annunciato Roberto Fico all’Ufficio di presidenza congiunto.
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Dopo l’uscita di scena di Silvio Berlusconi il centrodestra naviga a vista. La rosa di nomi annunciata da Matteo Salvini ancora non c’è anche se l’ex ministro fa sapere, dopo aver informato il Cavaliere, di essere al lavoro per candidature sulla cui “levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti”. Le carte sono ancora coperte ma Salvini su due punti appare irremovibile: “Togliere Draghi da palazzo Chigi è pericoloso” e poi “Pier Ferdinando Casini non è un candidato del centrodestra“: Un doppio messaggio che il leader della Lega recapita al premier ed al resto delle forze politiche che sul nome dell’ex presidente della Camera sembrano aver aperto qualche spiraglio. In attesa delle proposte del centrodestra, Pd-M5s e Leu si ritrovano a conclave per mettere a punto la strategia.
Un nuovo incontro è in programma ma Letta, Conte e Speranza formalizzano intanto una proposta: un tavolo con tutte le forze politiche per arrivare ad un candidato condiviso. Nessun nome viene reso noto anche se il Pd individua nel fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi “il profilo di presidente ideale”. Letta ,che prima riunisce i ministri dem e poi tutti i grandi elettori del Pd, prova a dare anche un timing sull’elezione del successore di Mattarella: tra martedì e mercoledì si arriverà ad una candidatura condivisa. Ma sui nomi troppo vicini allo schieramento avversario, il leader Dem alza il muro: “Ulteriori candidature di centrodestra faranno la stessa fine di quella di Berlusconi. È il metodo che era sbagliato”.
