(ANSA) – ROMA, 06 GEN – Una domanda, ‘come facciamo a
rigenerare la natura?’ è fra i punti di partenza di La fabbrica
del mondo, il viaggio in tre puntate, al via l’8 gennaio alle
21.45 su Rai3, con il quale Marco Paolini, qui insieme allo
scienziato evoluzionista Telmo Pievani, ci immerge nel presente
del nostro pianeta, e ci guida in un percorso tra crisi
ambientale, pensiero ecologico, pandemia e possibilità
collettiva di azione.
“Insieme a Telmo, che ha una straordinaria capacità di sintesi
su materie complesse, abbiamo ragionato sulla contemporaneità e
sul momento che stiamo vivendo – spiega all’ANSA Paolini -. E’
venuta l’idea di La fabbrica del mondo, “con cui esploriamo i
punti dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite”. L’argomento “è
talmente serio, che non è più attuale per i media se Greta
Thunberg non si mette a strillare ‘bla bla bla’. Allo stesso
modo un’enciclica di papa Francesco può servire a richiamare
l’attenzione dei titoli per una giornata, ma da sola non basta”.
Il senso del programma è che “siamo in un luogo che noi
consideriamo casa: noi lo chiamiamo fabbrica perché è il
risultato di tutte le azioni che facciamo. Gli esseri umani
hanno raggiunto grazie alla tecnologia, dei livelli di azione
che ci fanno associare ad una delle forze naturali, il vento
l’acqua, la grandine o ai mega disastri climatici. Noi siamo un
tifone ma al tempo siamo anche l’arca”. Nello scenario di una
grande fabbrica, il dialogo si arricchisce attraverso scrittori
come Noam Chomsky, Andri Snaer Magnason e Daniele Zovi,
saggisti come David Quammen e Loretta Napoleoni, scienziati come
l’epistemologa Naomi Oreskes e Barbara Mazzolai, economisti come
Mariana Mazzucato, giornalisti come Paolo Capelli, esploratori
come Alex Bellini. Un tragitto che passa per momenti di
rappresentazione, con i corvi meccatronici di Marta Cuscunà che,
come un coro nel teatro greco, osservano e commentano o Noè
(Paolini), ‘manutentore’ senza tempo della ‘fabbrica’. Nella
prima puntata, dal titolo Pipistrelli e virus, si va dalla
nascita del pensiero ecologico, grazie anche a una scienziata
coraggiosa come Rachel Carson ai ricercatori che hanno
ricostruito la storia delle moderne pandemie, come Carlo Urbani.
(ANSA).
