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Casino dell'Aurora, 30mila firme per salvarlo dall'asta

ROMA – I fondi del Pnrr per “salvare” dalle mani dei privati il Casino dell’Aurora: è quanto si chiede nella petizione lanciata qualche settimana fa su Change.org e rivolta direttamente al ministro della Cultura Dario Franceschini per far sì che lo Stato italiano eserciti il diritto di prelazione in tempo utile e blocchi la vendita della bellissima dimora storica situata nell’esclusiva zona di Via Veneto a Roma. Il prossimo 18 gennaio infatti la proprietà – circa 2800 mq di superficie – sarà messa all’asta per 24 ore con i suoi numerosi e incredibili tesori, primo fra tutti l’unico affresco di Caravaggio esistente al mondo, il dipinto murale “Camerino di Giove Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico”, ma anche le cinque sale affrescate dal Guercino e poi sculture, stucchi, statue, colonne e lo splendido giardino.
    “Usiamo i fondi europei per salvaguardare qualcosa che è nostro”, si legge nel testo dell’appello, che in pochi giorni ha superato le 30 mila firme. Intanto, mentre si attende la risposta delle istituzioni, la data si avvicina e le sorti del Casino, edificio parte della storica Villa Ludovisi demolita nel 1885, saranno decise: per aggiudicarsi la dimora e il patrimonio artistico situato al suo interno è stato fissato il prezzo base di 471 milioni di euro, con un’offerta minima di 353 milioni 250 mila euro, ma l’acquisto del complesso è appunto “soggetto alla condizione sospensiva del mancato esercizio della prelazione da parte dello Stato ex art. 61 D.Lgs 42/2004”.
    L’asta, letteralmente da capogiro, sta suscitando curiosità e sta attirando anche molte critiche, proprio per via della presenza di opere dal valore inestimabile che in tanti vorrebbero fossero messe a disposizione della collettività. La situazione tuttavia è ormai diventata insostenibile, per via del mancato accordo tra gli eredi (l’ultima moglie e i tre figli di primo letto) del principe don Nicolò Boncompagni Ludovisi, proprietario della dimora, morto nel 2018. Il Casino dell’Aurora infatti necessita di lavori di manutenzione e restauro non più rinviabili che gli eredi non possono sostenere: interventi importanti a carico del futuro acquirente che ammontano a circa 11 milioni di euro, secondo quanto stabilito dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, lo scorso 26 febbraio, e che riguardano – si legge nella documentazione legata all’asta – “il restauro dei beni architettonici ed artistici, la demolizione di alcune superfetazioni e tramezzature, il rifacimento degli impianti, il ripristino delle finiture dell’intero immobile, il rifacimento di tracce e scassi realizzati nella muratura con tecniche e materiali identici agli esistenti”. Intanto i “ricchissimi” del mondo sono stati tutti invitati a partecipare ma il rischio che l’asta vada deserta è reale: se così sarà, si procederà a rimettere il bene all’asta con un prezzo ribassato. 
   

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