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Elezioni presidenziali in Iran ma l'affluenza alle urne è scarsa

ELEZIONI PRESIDENZIALI IN IRAN – Con il voto della Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, stamani si sono ufficialmente aperte le urne per le elezioni presidenziali in Iran. Sono circa 60 milioni gli elettori che potranno esprimere la loro preferenza entro la mezzanotte iraniana (le 21:30 italiane) ma non è escluso che le operazioni possano protrarsi per ulteriori due ore. I risultati sono attesi nel pomeriggio di sabato, secondo quanto reso noto dalle autorità locali.

I CANDIDATI – In lizza restano 3 candidati, dopo il ritiro alla vigilia degli altri 4 ammessi dal Consiglio del guardiani, tutti uomini, sui quasi 600 iniziali aspiranti: l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, capo dell’apparato giudiziario, l’ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezai, dello stesso schieramento, e il governatore della Banca centrale, il moderato Abdolnaser Hemmati.

L’AFFLUENZA ALLE URNE – Quando sono passate quasi otto ore dall’apertura dei seggi, l’affluenza alle urne a Teheran appare scarsa, confermando le previsioni di una forte astensione. Ciò dovrebbe rafforzare le probabilità di vittoria del fondamentalista Ebrahim Raisi, poiché normalmente la bassa partecipazione favorisce lo schieramento conservatore. Davanti alla moschea di Hosseinieh Ershad, sulla Via Shariati, dove erano stati allestiti diversi seggi, ci sono state accese discussioni fra sostenitori di Raisi e del moderato Abdolnasser Hemmati, attuale governatore della Banca centrale, che proprio qui stava votando. Un’elettrice di Hemmati, Mariam, di 37 anni, ha spiegato di aver deciso di votare nonostante la squalifica dei suoi candidati riformisti preferiti “per non offrire (al regime) il pretesto per eliminare le elezioni”. “Se Hemmati dovesse essere eletto – ha aggiunto – spero che Mohammad Javad Zarif rimanga nella carica di ministro degli Esteri e che il dialogo con l’Occidente continui, perché non dobbiamo essere isolati”.

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