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Lo spettacolo protesta nelle piazze d'Italia

Manifestazioni dei lavoratori dello spettacolo in molte piazze d’Italia per chiedere la riapertura di cinema, teatri e luoghi di intrattenimento.

L’Inno d’Italia per chiedere di tornare a lavorare. Cosi’ i lavoratori dello spettacolo aderenti a Fistel Cisl e Uilcom Uil sotto la prefettura di Genova hanno chiesto la riapertura di teatri e sale da concerto. I musicisti presenti, tutti del Teatro Carlo Felice, alcuni dei quali precari, hanno eseguito l’Inno di Mameli. Una delegazione è stata ricevuta in prefettura.

“E’ la seconda volta che manifestiamo e non abbiamo ottenuto nulla. Non ce ne sarà una terza: la prossima occuperemo l’autostrada con i nostri camion”. E’ la provocazione di katiuscia Medina, famosa artista del Circo Medina, alla manifestazione del mondo dello spettacolo davanti alla Regione Piemonte, nel centro di Torino. “La gente, chiusa in casa da un anno, vuole tornare al circo e nei teatri, adesso basta – aggiunge -. Se la Regione e il governo non ci ascoltano, dovremo fare loro capire che così non si può proseguire”.

Alcune centinaia di attivisti e lavoratori del mondo dello spettacolo a Napoli hanno occupato via Cristoforo Colombo davanti al Molo Beverello, a due passi dal teatro Mercadante dove si stava svolgendo la manifestazione del settore a un anno dalla chiusura dei teatri. I lavoratori hanno brevemente fermato tutto il traffico veicolare proveniente da via Acton occupando la strada con un grande striscione con la scritta “Il lavoro non è un favore”. Alcuni di loro hanno acceso dei fumogeni rossi.

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I lavoratori dello spettacolo, con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, sono scesi in piazza a Firenze per denunciare lo stato di crisi del settore, a causa della perdurante emergenza sanitaria, e la loro difficile condizione lavorativa e personale, chiedendo di organizzare le riaperture. Il presidio in via Cavour sotto la prefettura ha anche visto l’esibizione dal vivo di Emanuele Urso, primo corno del Maggio Musicale Fiorentino, e della cantautrice Chiara Riondino. Alcuni sindacalisti, al termine dell’iniziativa, sono stati ricevuti in prefettura dove hanno portato le richieste al Governo per salvare il settore e i lavoratori. “Contemporaneamente all’azione di sostegno e al rafforzamento delle tutele – affermano i sindacati – crediamo sia esigenza non più rinviabile quella di organizzare le modalità di riapertura delle sale”. Inoltre secondo Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, “la pandemia ha messo drammaticamente a nudo i limiti del sistema che ordina l’offerta e la fruizione dello spettacolo dal vivo. Non è più rinviabile una riforma organica del settore, anche cogliendo l’occasione offerta dal Next generation, che preveda, oltre ad ammortizzatori sociali adeguati, il giusto riconoscimento per le competenze e un ripensamento del sistema previdenziale, un potenziamento degli investimenti strutturali sulle professionalità, sulla formazione, sui luoghi e le modalità dell’offerta culturale che, senza essere snaturata, colga le adeguate opportunità delle nuove tecnologie”.

Nella provincia di Perugia, in fascia rossa per le norme contro la diffusione del Covid, la giornata di mobilitazione nazionale del comparto indetta da Slc Cgil dal titolo “Torniamo a fare spettacolo”, si è svolta online, con i lavoratori del settore che dalle ore 12, vista l’impossibilità di scendere fisicamente in piazza, hanno iniziato a postare cartelli, immagini e dichiarazioni per fare luce anche in Umbria su questa difficile situazione. Ristori, protocolli per una riapertura in sicurezza, rinnovo di contratti collettivi nazionali scaduti da anni e riforma organica del settore: rappresentanti di Slc Cgil Umbria e Adu (Attrici attori danzatrici danzatori uniti) Umbria attraverso un incontro on-line con la stampa hanno illustrato le loro proposte oltre a fare il punto sulla situazione regionale e rinnovare la richiesta di attivazione in tempi rapidi del tavolo promesso dalla Regione Umbria. Sono i temi messi sotto i riflettori da Enrico Bruschi, segretario generale Slc Cgil Umbria: “C’è necessità di riaprire i luoghi della cultura e di sostenere con delle risorse il settore”. Un settore che, come ha ricordato ancora Bruschi, è pure “molto diversificato”. Quello della riapertura è comunque “il primo passo da fare” pure per Emanuela Faraglia, attrice e responsabile produzione culturale Slc Umbria. In Umbria, ha poi evidenziato per Adu Umbria l’attore Alessandro Sesti, c’è un terreno fertile con tante realtà teatrali anche di ricerca, “un bene prezioso da tutelare”, ha affermato.

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