La fermata forzata degli impianti, stabilita dal Tar di Lecce “senza la disponibilità di una stazione di miscelazione azoto e metano, non permetterebbe la tenuta in riscaldo dei forni e ne conseguirebbe il loro crollo e quindi la distruzione dell’asset aziendale di proprietà di Ilva in Amministrazione Straordinaria”. Lo si apprende da fonti legali vicine al dossier Arcelor Mittal, che evidenziano “rischi per la sicurezza”.
Interviene Confindustria: bisogna “Evitare lo spegnimento del ciclo integrale a caldo dell’ex Ilva”. (ANSA).
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