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Trump verso l'assoluzione, i repubblicani non lo mollano

 Donald Trump verso l’assoluzione anche nel secondo processo di impeachment, unico presidente ad essere stato messo in stato d’accusa due volte e primo ad affrontare il procedimento dopo aver lasciato la Casa Bianca. Una sentenza annunciata, dopo che il potente leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell ha fatto trapelare una mail ai colleghi di partito in cui annunciava la sua intenzione di votare per l’assoluzione dell’ex presidente. Seppellendo così ogni residua speranza dem di una condanna che richiedeva il sostegno di almeno 17 senatori del Grand Old Party per raggiungere il quorum dei due terzi.

McConnell, che aveva condannato pubblicamente Trump per aver istigato l’assalto al Congresso, ha sposato la tesi difensiva dell’incostituzionalità dell’impeachment contro un presidente già decaduto, ritenendo che si tratta “principalmente di uno strumento per la sua rimozione” e che il Senato non ha quindi giurisdizione.

La quinta ed ultima udienza si era aperta con una mossa a sorpresa dell’accusa, che aveva chiesto e ottenuto la possibilità di convocare testimoni, col sostegno di cinque senatori repubblicani. Il primo doveva essere Jaime Herrera Beutler – uno dei dieci deputati repubblicani che ha votato per l’impeachment di Trump – dopo le sue imbarazzanti rivelazioni di venerdì. La parlamentare ha confermato in una nota che il leader del suo partito alla Camera Kevin McCarthy le ha riferito che in una telefonata durante l’assalto al Congresso l’ex presidente stava dalla parte dei rivoltosi e si rifiutò di fermarli. “Kevin, penso che quelle persone siano più arrabbiate di te per le elezioni”, avrebbe detto Trump, mostrando indifferenza per le violenze. La possibile citazione di testi ha seminato però il caos in aula ed evocato lo scenario di uno slittamento anche di giorni del processo, col rischio di oscurare l’agenda di Joe Biden. La difesa aveva minacciato di chiamare almeno 100 testimoni, dalla speaker della Camera Nancy Pelosi alla sindaca dem della capitale Muriel Bowser, aprendo un vero e proprio vaso di Pandora. Dopo un’interruzione di un’ora e mezza che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, le parti si sono accordate di sostituire la deposizione della deputata Gop con l’acquisizione delle sue dichiarazioni e di rinunciare ad altre testimonianze. Quindi accusa e difesa sono passate alle arringhe conclusive, prima delle dichiarazioni di voto. 

“Il voto di oggi e’ quasi certamente come sarete ricordati dalla storia”: cosi’ il capo dell’accusa Jamie Raskin ha concluso dopo due ore la sua arringa nel processo di impeachment contro Donald Trump, chiedendo di condannarlo. L’assoluzione, ha ammonito, mettera’ il Paese in una strada pericolosa: “e’ questa l’America? Quale America sara’? Questo e’ ora letteralmente nelle vostre mani”, ha aggiunto.

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“In breve, questo impeachment e’ stata una completa farsa dall’ inizio alla fine, una spettacolo perseguito per una vendetta politica contro Trump da parte dei democratici”: Michael Van der Veen, uno degli avvocati di Donald Trump, ha concluso cosi’ la sua arringa invitando il Senato ad “assolvere l’ex presidente e difendere la costituzione di questa grande repubblica”.
   

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