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Scoprire Murnane a Tamarisk Row

    GERALD MURNANE, ”TAMARISK ROW” (SAFARA’ Ed. pp. 306 – 19,50 euro – Traduzione di Roberto Serrai).  ”Ho sempre sperato , dal momento in cui iniziai a prendere i primi appunti, che a un lettore in grado di apprezzare il mio libro sarebbe sembrato di guardare scene e personaggi immaginari come attraverso un vetro colorato” scrive l’autore, Gerald Murnane nato a Melbourne nel 1939, sapendo che un lettore superficiale avrebbe potuto prendere tutto realisticamente.
    Eppure il libro si apre e si chiude con Clement Killeaton che gioca con le biglie alle corse di cavalli nell’ippodromo che ha costruito nella terra del cortile dietro casa, a farci subito intendere che tutto il mondo narrato tra questi due momenti è solo frutto della fantasia del protagonista.
    Siamo negli anni ’40 e il ragazzino è fascinato dalla passione per i cavalli del padre Augustine, che alleva un particolare razza di galline e cerca di sopravvivere scommettendo sui cavalli a Bassett, cittadina ai limiti del deserto australiano, dove la guerra arriva solo come un eco lontano e le tamerici, che sono l’ultimo segno di vita prima del nulla, sono anche il confine oltre il quale il sogno diventa realtà e tutto è possibile. Così, l’altro romanzo di Murnane già pubblicato in italiano dallo stesso editore, è intitolato ”Le pianure” e anche lì saltano i confini tra verità e finzione, come tra geografia reale e immaginaria: ”Il mio viaggio verso le pianure fu meno arduo di come in seguito lo avrei descritto.
    Non posso nemmeno affermare, inoltre, che a un certo punto io sia stato consapevole di aver lasciato l’Australia”, perché evidentemente, inoltrandosi all’interno dell’Australia, si lascia l’Australia, il mondo reale. Del resto a Clement basta leggere un romanzo sugli Incas per ”progettare di trasformare il cortile in un paesaggio peruviano”, tanto che la madre lo invita a leggere ”qualcos’altro, di innocuo” tipo una rivista di geografia.
    Naturalmente al lettore tutto questo diviene evidente pian piano, procedendo nella lettura, fatta di brevi capitoletti che hanno titoli che vanno da ”Chi abita sotto le tamerici vive per le corse” a ”Clement cerca di scoprire qualcosa sulle ragazze”, da ”I cavali prendono posto per la Gold Cup” a ”Clement vede strane creature nel vetro colorato”. Sono tasselli quasi indipendenti che, come per un mosaico, vanno ricreando il mondo di Clement dal cortile di casa e dal suo ippodromo, in cui si riflette tutto un mondo e vi prende un senso, e dove si appresta, di gara in gara, a far correre al suo cavallo preferito, Tamarisk Row, l’importante e esemplare Golden Cup. Si tratta quindi di un romanzo, tutto scritto al presente e in terza persona, sulla preadolescenza e la scoperta del mondo, un racconto su una famiglia e sull’educazione cattolica del piccolo protagonista, tra le poche strade che conosce attorno casa e l’infinto orizzonte che si apre oltre queste, dove il sole è abbagliante e permette di andare lontano con il cuore e la testa.
    Gerald Murnane, più volte tra i favoriti al Nobel e lodato da personalità dai gusti non facili come Coetzee, si dice sia un personaggio eccentrico, che ha fatto il barista e gestisce un golf club e non si e mai mosso non solo dall’Australia, ma nemmeno dallo Stato di Vittoria, non avendo mai preso un aereo in vita sua. Ancora una volta è un piccolo editore, Safarà, a scommettere su un autore di altissima qualità quanto poco conosciuto dai lettori, tanto da venir definito uno scrittore per scrittori, un maestro. Eppure la sua è una scrittura finissima, di cui ci pare la traduzione riesca a farci cogliere quanto sia concreta e leggera assieme, descrittiva e suggestiva così da inghiottirci pian piano nel suo gioco con chiari e confessati echi proustiani, ma rispondendo al progetto dell’autore: ”Vorrei – scrive nella sua prefazione – che di Tamarisk Row si potesse dire che abbia dato vita al personaggio che ne è responsabile: al narratore attraverso la cui mente il testo viene filtrato”. (ANSA).
   

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